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politica

Come sta il nostro debito pubblico? L’analisi dei titoli di Stato

Meno titoli in scadenza, ma più bond da collocare sul mercato degli investitori privati. L’Ufficio parlamentare di bilancio, l’Authority sui conti pubblici creata dall’ultima riforma, tasta il polso al nostro debito pubblico. E spiega numeri alla mano come evolverà la sua gestione alla vigilia della chiusura del Qe. Dal punto di vista dei valori, il prossimo è un anno tranquillo, con titoli ini scadenza in linea con quelli del 2018. A complicare i giochi c’è però la chiusura dell’ombrello di Draghi e l’aumento dei rendimenti. In sintesi: 30 miliardi in più da collocare a investitori privati, sempre che nuove misure di spesa non aumentino ulteriormente il fabbisogno. E 5 miliardi di costi aggiuntivi possibili per la crescita dei rendimenti

Qui sotto trovate l’analisi con il modello dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio sul rifinanziamento del debito 2018-2019 aggiornato al 31 maggio 2018, che consente di analizzare in dettaglio le caratteristiche dei titoli di Stato domestici in circolazione e i principali indicatori del debito (composizione, tassi e durate medie)

 

L’articolo integrale sul Sole 24 Ore.com

Nel biennio 2018 – 2019 il Tesoro dovrà collocare circa 380 miliardi di titoli all’anno. Nonostante la riduzione delle esigenze di rifinanziamento (-35 mld rispetto al 2017) connesse con la favorevole dinamica dell’allungamento delle scadenze dei titoli, la probabile chiusura del QE prospetta un necessario incremento dell’assorbimento netto delle nuove emissioni dei titoli di Stato da parte degli investitori privati. Al netto delle operazioni di QE il rifinanziamento dei titoli a medio e lungo termine presso privati passerà dai 165 miliardi del 2017 ai 201 del 2019.

Ultimi commenti
  • Alessio Ripa |

    Il risparmio effettivo è 1200 miliardi in quanto il resto della somma devi considerare sono i patrimoni come ad esempio abitazioni. Per quanto riguarda l’aspetto matematico secondo il mio parere potrebbe essere fattibile ma il nostro debito è frutto Secondo me della nostra sbagliata cultura economica. Siamo un paese che troppo spesso cade nel clientelismo e questo ci porta costantemente ad aumentare la spesa pubblica, quindi una operazione del genere potrebbe innescare un aumento di spesa addirittura fuori controllo, proprio perché il Giappone, ci verrà in mente a noi furbi, ad oggi è arrivato al 300% e quindi ne abbiamo ancora di spesa da poter fare. Spiega pure proprio perché negli anni di crisi la media della durata si accorcia di molto, addirittura con scadenze annuali, Vorrei capire se in questi momenti è più l’italiano a speculare sullo spread piuttosto che l’investitore straniero ( i Soros populisti…). Sarebbe grave nel caso in cui fossero italiani stessi a speculare sopra i nostri problemi e su questo anche i giornalisti non sembra abbiano voglia di indagare. Insomma, concludo che a mio parere il problema italiano è la mancanza di credibili a lungo termine, d’altronde i nostri Super ricchi sono i primi a non tenere i capitali in patria.
    Saluti.

  • Alessio Ripa |

    Il risparmio effettivo è 1200 miliardi in quanto il resto della somma devi considerare sono i patrimoni come ad esempio abitazioni. Per quanto riguarda l’aspetto matematico secondo il mio parere potrebbe essere fattibile ma il nostro debito è frutto Secondo me della nostra sbagliata cultura economica. Siamo un paese che troppo spesso cade nel clientelismo e questo ci porta costantemente ad aumentare la spesa pubblica, quindi una operazione del genere potrebbe innescare un aumento di spesa addirittura fuori controllo, proprio perché il Giappone, ci verrà in mente a noi furbi, ad oggi è arrivato al 300% e quindi ne abbiamo ancora di spesa da poter fare. Spiega pure proprio perché negli anni di crisi la media della durata si accorcia di molto, addirittura con scadenze annuali, Vorrei capire se in questi momenti è più l’italiano a speculare sullo spread piuttosto che l’investitore straniero ( i Soros populisti…). Sarebbe grave nel caso in cui fossero italiani stessi a speculare sopra i nostri problemi e su questo anche i giornalisti non sembra abbiano voglia di indagare. Insomma, concludo che a mio parere il problema italiano è la mancanza di credibili a lungo termine, d’altronde i nostri Super ricchi sono i primi a non tenere i capitali in patria.
    Saluti.

  • Vinicio Tabanelli |

    Vorrei lanciare una provocazione, ma se i titoli italiani venissero emessi oggi a scadenza solo a 20 anni con tassi ovviamente per quanto riguarda i BTP collegati all’irs, avremo che per 7 anni emetteremo titoli poi avremo un periodo 13 anni in cui non avremo necessità di emettere titoli.
    Questi titoli li riserverei al popolo italiano, con un nome accattivante tipo BTP azzurro.
    Considerato che il popolo italiano ha risparmi per 4.400 miliardi e il debito italiano è di 2.400 miliardi basterebbe sensibilizzare il popolo italiano a sottoscrivere questi titoli per il 50 % circa del loro patrimonio.
    Ma siccome gli istituzionali, banche, assicurazioni, fondi, fondazioni hanno bisogno di diversificare e un pò di questi titoli verrebbero comprati da loro, molto probabilmente la richiesta di investire in questa tipologia di titoli richiederebbe di investire il 35 % del patrimonio di ogni italiano.
    Come esempio, io ho 100.000 euro 35.000 li investo in titoli del mio paese con un tasso con premio per scadenza a 20 anni.
    Da chiarire che queste emissioni dureranno 7 anni poi non ci saranno più per 14 anni.
    In caso avanzo di bilancio dall’ottavo anno si potrà estinguere anticipatamente i BTP emessi.
    Si tratterebbe di trasformare parte degli investimenti del popolo italiano dai fondi che non sappiamo che rendimento avranno su titoli con rendimento certo.
    Raggiungeremo quello che capita in Giappone in cui quasi tutto il debito dello stato è in mano ai cittadini giapponesi.
    Cordiali saluti.

  • Vinicio Tabanelli |

    Vorrei lanciare una provocazione, ma se i titoli italiani venissero emessi oggi a scadenza solo a 20 anni con tassi ovviamente per quanto riguarda i BTP collegati all’irs, avremo che per 7 anni emetteremo titoli poi avremo un periodo 13 anni in cui non avremo necessità di emettere titoli.
    Questi titoli li riserverei al popolo italiano, con un nome accattivante tipo BTP azzurro.
    Considerato che il popolo italiano ha risparmi per 4.400 miliardi e il debito italiano è di 2.400 miliardi basterebbe sensibilizzare il popolo italiano a sottoscrivere questi titoli per il 50 % circa del loro patrimonio.
    Ma siccome gli istituzionali, banche, assicurazioni, fondi, fondazioni hanno bisogno di diversificare e un pò di questi titoli verrebbero comprati da loro, molto probabilmente la richiesta di investire in questa tipologia di titoli richiederebbe di investire il 35 % del patrimonio di ogni italiano.
    Come esempio, io ho 100.000 euro 35.000 li investo in titoli del mio paese con un tasso con premio per scadenza a 20 anni.
    Da chiarire che queste emissioni dureranno 7 anni poi non ci saranno più per 14 anni.
    In caso avanzo di bilancio dall’ottavo anno si potrà estinguere anticipatamente i BTP emessi.
    Si tratterebbe di trasformare parte degli investimenti del popolo italiano dai fondi che non sappiamo che rendimento avranno su titoli con rendimento certo.
    Raggiungeremo quello che capita in Giappone in cui quasi tutto il debito dello stato è in mano ai cittadini giapponesi.
    Cordiali saluti.

  • Andrea Gianotti |

    A questa pagina puoi trovare tutte le info sul mercato obbligazionario http://www.ilsole24ore.com/finanza-e-mercati/obbligazioni.shtml (per il dettaglio, passa il mouse sopra la parola “Obbligazioni” del menù in alto)

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