Gli incidenti stradali per la fascia più giovane della popolazione. Il cancro per gli adulti. E infine la demenza senile tra gli over 65. Senza dimenticare la mortalità infantile. Il 2 novembre è lontano, ma tra gli indicatori del benessere equo e sostenibile dei territori, recentemente rilasciato, Istat ha inserito anche alcune tavole dedicate alle cause di morte.
Numeri che vengono forniti su scala provinciale. E che Infodata ha deciso di utilizzare per realizzare delle vere e proprie mappe della mortalità in Italia. Cominciando da quella infantile, i numeri dicono questo:
L’aspetto positivo è che il tasso, ovvero il numero di decessi ogni mille bambini nati vivi, è in costante calo. Dai 3,8 del 2004 si è infatti passati ai 2,8 del 2014, il dato più recente messo a disposizione. Sulla mappa sono stati rappresentate in blu le province nelle quali l’incidenza è inferiore alla media, in arancione quelle in cui è superiore. Le situazioni peggiori a Benevento e Cosenza, dove nel 2014 si è arrivati a 5,8 decessi ogni mille nati vivi. E la Calabria è la regione in cui tutte le province presentano dati superiori alla media.
Se con il cursore del mouse si passa su un territorio, o lo si seleziona cliccando appare un grafico che mostra in blu l’andamento nazionale e in arancione quello della provincia presa in considerazione. Mentre il numero sotto il logo con la bandiera italiana rappresenta la media nazionale. Ed è esattamente allo stesso modo che funziona la prossima mappa, dedicata all’incidenza dei decessi legati a incidenti stradali nella popolazione tra i 15 ed i 34 anni. Il dato è espresso come morti ogni 10mila residenti.
In questo caso è difficile identificare una zona d’Italia in cui l’incidenza sia decisamente maggiore rispetto al resto del Paese. Si segnala la provincia di Vercelli, che con 2,6 decessi ogni diecimila abitanti è decisamente quella con il più alto tasso di morti per incidenti stradali. In questo caso, i dati fanno riferimento al 2016. Si torna invece indietro al 2014 se ci si concentra sui tumori.
La Terra dei Fuochi è un’area a cavallo tra le province di Napoli e Caserta. Zona di roghi di rifiuti che coincide anche con il più alto tasso di patologie oncologiche a livello nazionale. Ben 11,4 ogni 10mila abitanti tra i 20 ed i 64 anni nel napoletano, 11 nel casertano. Dato che si riscontra anche in Sardegna, in quella che un tempo era la provincia di Carbonia-Iglesias, ora confluita nel Sud Sardegna. Quasi un paradosso, ma Caserta confina con Isernia, che con i suoi 7 casi ogni 10mila residenti è la provincia italiana con la minor incidenza di morti per tumore.
Se fino ad ora le mappe hanno mostrato una diffusione a macchia di leopardo di incidenze di mortalità superiori alla media, l’ultima divide invece l’Italia tra Nord e Sud. È quella che rappresenta i decessi legati a demenza senile o altre patologie del sistema nervoso tra gli over 65, con dati sempre riferiti al 2014:
Come si può notare, è nel Nord che si concentrano i territori con un’incidenza di decessi legati a queste patologie superiori a quella nazionale. Mentre nel centro e soprattutto nel Sud Italia, con l’eccezione della Sardegna, il tasso è inferiore che nel resto del Paese. Certo, non mancano i casi in controtendenza. Con appena 18,4 decessi ogni 10mila residenti, è Pordenone la provincia italiana con l’incidenza minore. La buona notizia? Dopo aver toccato il picco nel 2012, i decessi legati a queste patologie hanno iniziato a scendere.