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cronaca

Come cambiano i voti alla Maturità: ecco i dati del ministero

Aumentano i più bravi, e anche i meno bravi – per forza di cose si rimpicciolisce allora il gruppo che sta nel mezzo. L’estrema sintesi di come cambia il panorama dei voti all’esame di maturità, secondo i dati del Ministero, è questa.

Se prendiamo solo quelli che sono arrivati al 100 e lode, il risultato massimo, la Puglia era nel 2015/2016 la regione in cui ne sono stati registrati di più, e ha conservato il proprio primato anche lo scorso anno. Lì poco più del 2,5% degli studenti ha ottenuto la lode, stabile al valore precedente. Le tre aree che la seguono hanno invece visto crescere la fetta di studenti con questo voto: si tratta di due regioni del centro – Umbria e Marche – più la Calabria.

Fra quelle dove invece arrivare al risultato migliore appare più difficile troviamo la Lombardia, anch’essa ferma al risultato del 2015/16: uno 0,5% parecchio al di sotto della media italiana che in entrambi gli anni ha superato di poco l’1. Il Piemonte, per parte sua, risulta l’unica regione dove invece questo voto appare in leggerissimo calo.

Va anche ricordato che nel caso dei 100 e lode una variazione c’è stata, certo, ma comunque molto piccola e nell’ordine di un solo punto decimale: piccola tanto che è senz’altro possibile che la situazione sia rimasta in sostanza immutata e leggere differenze nei numeri siano dovute solo al caso.

La crescita dei 60, il voto minimo per ottenere il diploma, è invece maggiormente robusta e nell’ordine di mezzo punto: dall’8 all’8,5%. In questo caso è invece più probabile, anche se non certo, che l’ampliarsi di questo gruppo sia reale e non un semplice rumore statistico.


Guardando ai singoli tipi di scuola, invece che alla geografia, si vede subito che l’aumento principale nelle lodi riguarda gli iscritti al liceo classico. Già per cominciare si trattava della scuola in cui i 100 e lode erano più comuni, e pur partendo già da una base niente male in un anno l’incremento è stato sostanziale.

Crescita più contenuta, ma pur sempre crescita, anche allo scientifico, mentre l’aumento delle lodi ai tecnici è stato minimo e in effetti nullo ai professionali, che hanno registrato lo stesso – e in effetti basso – valore dell’anno precedente.


In termini più generali, come ricorda il rapporto del ministero “dopo diversi anni sembra essersi arrestato il trend positivo degli studenti ammessi a sostenere l’esame che rappresentano, nell’anno scolastico 2016/2017, il 96,1% degli scrutinati”. In passato la fetta di ragazzi che arrivavano a sostenere l’esame era inferiore di diversi punti, mentre oggi fermarsi prima di quella soglia appare tutto sommato raro.

 

Analizzando lo stesso fenomeno per genere, continuano gli autori, si nota che l’incremento dei diplomati con voto 100 e 100 e lode riguarda sia i maschi che le femmine; tuttavia spicca l’aumento di studentesse brave negli indirizzi tecnici”.

Come però abbiamo ricordato in un altro articolo (link al pezzo precedente) ci sono motivi per dubitare che questi risultati rispecchino effettivamente quello che gli studenti hanno appreso e il loro talento. Diversi indizi suggeriscono invece che buona parte della differenza che troviamo fra regioni dipende da altri motivi “extra-scolastici”, come per esempio la tendenza a spingere un po’ di più i ragazzi da parte dei docenti.

Non tutti i numeri sono buoni solo in quanto numeri, e questi è meglio prenderli con le dovute accortezze.

Nota: i numeri relativi al Trentino-Alto Adige forniti dal ministero riguardano la sola provincia di Trento, mentre quelli di Bolzano non risultano disponibili. La Valle d’Aosta è stata invece esclusa perché contiene un numero troppo ridotto di studenti.