Nei numeri tristi degli infortuni e delle morti nei luoghi di lavoro (o sulle strade che si percorrono per raggiungerli) i primi sei mesi di quest’anno regalano una piccola inversione di tendenza. Lo rivela Inail nella sezione “Open data” del suo sito. Tra gennaio e giugno sono state denunciate quattro morti sul lavoro in meno rispetto ai primi sei mesi del 2017, da 473 a 469 (-0,8%). La diminuzione è legata ai casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 337 a 331, mentre quelli accaduti in “itinere”, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, sono aumentati di due unità, da 136 a 138.
Qui sotto la mappa realizzata con Istat I dati fanno riferimento al 2015. I territori colorati in azzurro sono quelli nei quali il tasso di incidenti gravi ogni 10mila occupati è inferiore alla media nazionale, pari ad 11,9. Le province dipinte in arancione sono invece quelle nelle quali il tasso è superiore alla media. Sul lato sinistro, le regioni sono elencate sulla base del tasso di incidenti gravi. Il funzionamento dei colori è il medesimo. Se si clicca su una regione, la mappa zooma sulle province che ne fanno parte.
I fattori che determinano gli incidenti sul lavoro sono molteplici, come ha spiegato il presidente dell’Inail Massimo De Felice a fine giugno, in occasione della Relazione annuale. E la prevenzione, in un contesto da Industria 4.0, dovrà passare necessariamente da basi informative più forti sull’esposizione al rischio dei lavoratori, da «indici di sinistrosità» e «rating di sicurezza» da assegnare con uno standard pubblico, un algoritmo, alle imprese che se ne vogliano dotare. La strada è aperta e Inail ci sta lavorando sodo.
Nel frattempo leggiamo per quelli che sono i dati che abbiamo, oltre l’impeto dell’emozione. Per esempio: nel primo semestre dell’anno si sono verificati nove incidenti plurimi, vale a dire eventi che hanno provocato la morte di almeno due lavoratori contemporaneamente, con 23 decessi complessivi, contro gli otto incidenti plurimi del primo semestre 2017, che hanno provocato 28 decessi (11 dei quali nella sola tragedia di Rigopiano). Un evento, quest’ultimo, che ha inevitabilmente ribaltato le tendenze successive degli infortuni a livello territoriale: in Abruzzo i casi mortali sono passati da 28 a 7 nel primo semestre, mentre in Veneto ci sono stati 16 casi in più (da 43 a 59).