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economia

Incidenti sul lavoro: 469 morti nei primi sei mesi del 2018. Piccola inversione di tendenza

Nei numeri tristi degli infortuni e delle morti nei luoghi di lavoro (o sulle strade che si percorrono per raggiungerli) i primi sei mesi di quest’anno regalano una piccola inversione di tendenza. Lo rivela Inail nella sezione “Open data” del suo sito. Tra gennaio e giugno sono state denunciate quattro morti sul lavoro in meno rispetto ai primi sei mesi del 2017, da 473 a 469 (-0,8%). La diminuzione è legata ai casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 337 a 331, mentre quelli accaduti in “itinere”, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, sono aumentati di due unità, da 136 a 138.

 

Qui sotto la mappa realizzata con Istat I dati fanno riferimento al 2015. I territori colorati in azzurro sono quelli nei quali il tasso di incidenti gravi ogni 10mila occupati è inferiore alla media nazionale, pari ad 11,9. Le province dipinte in arancione sono invece quelle nelle quali il tasso è superiore alla media. Sul lato sinistro, le regioni sono elencate sulla base del tasso di incidenti gravi. Il funzionamento dei colori è il medesimo. Se si clicca su una regione, la mappa zooma sulle province che ne fanno parte.

 

 

I fattori che determinano gli incidenti sul lavoro sono molteplici, come ha spiegato il presidente dell’Inail Massimo De Felice a fine giugno, in occasione della Relazione annuale. E la prevenzione, in un contesto da Industria 4.0, dovrà passare necessariamente da basi informative più forti sull’esposizione al rischio dei lavoratori, da «indici di sinistrosità» e «rating di sicurezza» da assegnare con uno standard pubblico, un algoritmo, alle imprese che se ne vogliano dotare. La strada è aperta e Inail ci sta lavorando sodo.

Nel frattempo leggiamo per quelli che sono i dati che abbiamo, oltre l’impeto dell’emozione. Per esempio: nel primo semestre dell’anno si sono verificati nove incidenti plurimi, vale a dire eventi che hanno provocato la morte di almeno due lavoratori contemporaneamente, con 23 decessi complessivi,  contro gli otto incidenti plurimi del primo semestre 2017, che hanno provocato 28 decessi (11 dei quali nella sola tragedia di Rigopiano). Un evento, quest’ultimo, che ha inevitabilmente ribaltato le tendenze successive degli infortuni a livello territoriale: in Abruzzo i casi mortali sono passati da 28 a 7 nel primo semestre, mentre  in Veneto ci sono stati 16 casi in più (da 43 a 59).

Ultimi commenti
  • Francesco rosati |

    La sicurezza sul lavoro parlando di industria, parte dalla conformità delle macchine e degli impianti industriali che molte volte non è compresa da datori di lavoro ed ad di grosse multinazionali. La confusione tra 81/08 e conformità di prodotto (macchine produttive) è galoppante e tanti hse manager o rspp non conoscono e comprendono neppure il significato di un processo di marcatura CE. Serve dei manager veri con una formazione specifica e meno ciarlatani sulla sicurezza. La professione di consulente per la sicurezza macchine infatti in Italia è stata a dir poco stuprata da personaggi che si improvvisano professionisti della materia senza conoscere leggi, direttive e norme armonizzate, e invece distribuiscono soluzioni tecniche di mitigazione dei rischi che non hanno alcune base o connessione normativa. Non pensate sia il caso di cominciare a regolamentare questa materia con delle abilitazioni? Dei controlli degli esami , insomma facciamo!

  • Francesco rosati |

    La sicurezza sul lavoro parlando di industria, parte dalla conformità delle macchine e degli impianti industriali che molte volte non è compresa da datori di lavoro ed ad di grosse multinazionali. La confusione tra 81/08 e conformità di prodotto (macchine produttive) è galoppante e tanti hse manager o rspp non conoscono e comprendono neppure il significato di un processo di marcatura CE. Serve dei manager veri con una formazione specifica e meno ciarlatani sulla sicurezza. La professione di consulente per la sicurezza macchine infatti in Italia è stata a dir poco stuprata da personaggi che si improvvisano professionisti della materia senza conoscere leggi, direttive e norme armonizzate, e invece distribuiscono soluzioni tecniche di mitigazione dei rischi che non hanno alcune base o connessione normativa. Non pensate sia il caso di cominciare a regolamentare questa materia con delle abilitazioni? Dei controlli degli esami , insomma facciamo!

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