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economia

Agricoltura, un mercato europeo a due velocità, e con pochi giovani

Forse la vulgata secondo cui tanti giovani starebbero virando verso l’agricoltura, anche grazie ai sussidi europei, non è poi tanto vera, così come l’idea che i paesi meno abbienti possano puntare sull’agricoltura. I paesi che trainano l’economia europea sono gli stessi che dominano il mercato agricolo: Germania, Francia e Regno Unito, mentre i meno ricchi hanno sì molte più aziende agricole, ma sono in media molto piccole e quindi producono poca ricchezza.

 

Nel 2016 sono 10,3 milioni le persone che lavoravano come manager delle aziende agricole all’interno dell’Unione Europea, ma uno su 3 ha più di 65 anni. Stando ai più recenti dati Eurostat in materia, solo l’11% dei gestori di aziende agricole in Europa ha meno di 40 anni e in Italia siamo ampiamente al di sotto del 10%.I paesi con la percentuale più alta di giovani imprenditori agricolo sono  Austria (il 22,2% ha meno di 40 anni), la Polonia (20,3%) e la Slovacchia (19,0%). A chiudere la classifica invece troviamo Cipro (il 3,3% di giovani imprenditori agricoli), il Portogallo (4,2%) e il Regno Unito (5,3%).

 

L’agricoltura europea è ancora prevalentemente gestita da uomini: solo tre imprenditori agricoli europei su dieci (il 29%)  sono donne, e fra gli under 40 la percentuale di leader femmine è ancora più bassa: il 23%.

 

 

Un altro dato che emerge dall’analisi Eurostat è che le aziende agricole europee sono tendenzialmente di piccole dimensioni: il 65% di esse ha meno di 5 ettari di terreno.

 

Nel complesso il nostro paese è il quarto per produzione agricola: rappresentiamo infatti il 12% (dato 2013) del totale dell’Unione Europea. Avanti a noi solo la Francia con il 17% e la Germania (13%).

Nel 2013 in Italia si sono contate 1.010.300 aziende agricole (siamo il terzo paese dopo Romania e Polonia), cioè il 10% del totale delle imprese, ma la superficie agricola utilizzata in Italia è solo il 7% di quella europea. L’11,4% delle aziende ha meno di 5 ettari di terreno, una percentuale alta rispetto agli altri paesi europei di dimensioni simili alla nostra. Nei piccoli paesi, come è prevedibile, la percentuale di piccole aziende sul totale è molto maggiore: a Malta sono il 78,5% delle aziende, a Cipro il 28%.

Siamo anche fra i paesi con la più bassa percentuale (44%) di terra utilizzata dalle grandi aziende, cioè da quelle con  oltre 50 ettari di terreno. La media europea è del 68%, in Francia esse rappresentano l’86% delle aziende, in Germania il 78%, nel Regno Unito l’88%.

Delle 10,3 milioni di aziende agricole dell’UE, 4 milioni hanno una produzione annuale inferiore a 2.000 euro ed erano responsabili solo dell’1% della produzione economica totale agricola. La Romania per esempio ha un terzo delle aziende agricole dell’UE, ma la sua produzione complessiva rappresenta solo il 3,4% di quella europea. Dall’altra parte le 296.000 aziende agricole (il 3% del totale) con un fatturato di almeno 250.000 euro hanno prodotto il 55% della produzione agricola totale dell’UE nel 2016.

 

Quello che emerge alla fine è un’Europa a due velocità. A farla da padrone sono Francia, Germania, Regno Unito e Olanda, che insieme rappresentano meno del 10% del totale delle aziende agricole grandi e piccole europee, ma che però rappresentano oltre 40% della produzione agricola europea. Al contrario paesi come Romania, Polonia, Bulgaria e Portogallo hanno moltissime aziende, per lo più piccole, sparse sui loro territori, ma la produzione nazionale incide pochissimo sul totale dell’Unione Europea.

Non si può dire insomma che sia l’agricoltura la leva su cui i paesi meno ricchi possano fare leva per potenziare la propria economia.