La stagione influenzale 2017-18 ha visto picchi di virulenza fra i più elevati degli ultimi vent’anni. Stando a quanto riporta l’ultimo rapporto Epidemiologico InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità , nella seconda settimana del 2018 abbiamo assistito a un picco di incidenza considerato “molto alto”, più elevato anche di quello osservato nelle stagioni 2004-05 e 2009-10. Per la prima volta dal 2009/2010, tutte le regioni, escluso il Molise, riportano la presenza di casi gravi confermati di influenza che hanno necessitato di terapia intensiva, concentrati prevalentemente durante le vacanze di Natale. In sole due settimane si sono registrati 41 morti e ben 187 casi gravi.
Da settembre 2017 a oggi sono state 472 le persone ricoverate in terapia intensiva a causa dell’influenza, e 78 di loro sono morte. Solo nell’ultima settimana di gennaio sono stati segnalati 19 casi gravi e 1 decesso, anche se – riporta il portale Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità – i dati sono in continuo aggiornamento.
Eppure, nonostante l’influenza non sia qualcosa da sottovalutare in termini di mortalità, le coperture vaccinali sono basse. Secondo quanto ci raccontano gli ultimi dati disponibili relativi al 2016 http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/dati_Ita.asp#flu , solo la metà degli over 65 si era vaccinato contro la passata epidemia influenzale.
Fra coloro che hanno partecipato al monitoraggio per la stazione 2017-18, solo uno su 5 riferisce di essersi vaccinato dall’inizio della stagione influenzale. I dati http://www.epicentro.iss.it/problemi/influenza/FluNews/FluNews_2018-4.pdf si riferiscono ai 4500 volontari su tutto il territorio italiano che partecipano al sistema di sorveglianza InfluWeb, che riportano direttamente all’interno di un sito web ogni settimana se presentano o meno sintomi compatibili con una sindrome-simil-influenzali.
Come incidenza, la maggior parte delle persone colpite sono bambini con meno di 4 anni. Per loro i tassi di incidenza medi sono di ben 50 casi di influenza su 1000 assistiti. In altre parole, la metà delle volte che un genitore porta il figlio dal medico è per questo motivo.
L’influenza stagionale non è però un pericolo solo per gli anziani. L’8% dei casi gravi ha coinvolto persone con meno di 25 anni e in genere l’età media delle persone che ha avuto gli esiti peggiori è di 61 anni, e quasi 2 su 10 di loro non presentava condizioni croniche considerate di rischio, come diabete, tumori, malattie cardiovascolari o respiratorie croniche. Inoltre, otto casi gravi si sono verificati in donne in gravidanza.
Nel complesso, solo nell’ultima settimana si sono ammalate di sindromi simil-influenzali circa 750.000 persone, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 5.529.000 casi. Sempre nella settimana appena trascorsa, continua a diminuire il numero di casi anche se il livello di incidenza è ancora considerato “alto” dall’ISS, con 12,4 casi per mille assistiti.
Va precisato che i dati non possono essere precisi al dettaglio, dal momento che si basano sull’invio da parte dei medici dei dati relativi ai propri pazienti, che talvolta può non avvenire con costanza.
A livello regionale In tutte le Regioni italiane il livello di incidenza è pari o superiore a dieci casi per mille assistiti, tranne nella P.A. di Bolzano, nella Val d’Aosta, in Liguria e in Puglia, e 8 regioni su 20 hanno tassi di incidenza oltre il livello di alta intensità. Consideriamo che le soglie della stagione in corso per l’Italia sono le seguenti: 2,57 casi per mille assistiti (livello basale), 7,94 (intensità bassa), 11,47 (intensità media), 13,50 (intensità alta), oltre 13,50 (intensità molto alta). La regione più colpita è il Molise, che ha registrato un’incidenza pari a ben 43 casi per 1000 assistiti, tre volte tanto rispetto alla soglia di intensità molto alta. Al secondo posto troviamo le Marche con 22 casi su 1000 e la Campania con 21 casi. In Abruzzo e Calabria si arriva a 18 e 17 casi su 1000.
In termini di sanità pubblica – cioè di quanto “costa” al servizio sanitario nazionale ogni epidemia di influenza – un indicatore importante è anche il numero di assistiti, cioè di persone che sono sotto sorveglianza e che hanno richiesto assistenza medica per ipotesi di influenza stagionale, anche se non ancora o non effettivamente confermata. Ognuna di loro va visitata e monitorata qualora si sospettasse un caso di influenza. Nella stagione in corso si parla di una media di oltre 1,3 milioni di assistiti ogni settimana. Secondo i dati di InfluNet-Epi, durante la quarta settimana del 2018 sono stati 750 mila i casi di sindrome-simil-influenzale che si sono rivolti al medico di medicina generale o pediatra di libera scelta, per un totale di circa 5,5 milioni di persone dall’inizio della sorveglianza. Stiamo parlando di un italiano su 10.