Negli ultimi cento anni, la temperatura superficiale media dei mari è aumentata di circa 0,9 ° C (1,6 ° F), secondo l’America’s National Oceanic and Atmospheric Administration. Ciò significa che, dagli anni ’80, circa un miliardo di volte l’energia termica delle bombe atomiche sganciata su Hiroshima e Nagasaki è stata aggiunta all’oceano – approssimativamente un’esplosione atomica ogni pochi secondi.
Un anno fa uno studio pubblicato su Science Advances aveva corretto le misurazioni della temperatura degli oceani nei decenni passati. Grazie a un progetto internazionale chiamato Argo il monitoraggio continuo delle temperature marine ha avuto inizio solo nel 2000. Si tratta di una rete di circa 3.500 boe sparse in modo uniforme nei vari oceani, in grado di immergersi e ritornare in superficie in autonomia e inviare i dati via satellite. Prima di quella data, il riscaldamento degli oceani era misurato da batitermografi (dispositivo in grado di misurare la temperatura dell’acqua in funzione della profondità a cui è collocato) lungo le principali tratte navali, concentrate soprattutto nell’emisfero nord. I dati pre-2005, quindi, sembrerebbero poco affidabili per gli standard attuali.
Nella grafica sono aggiornati i valori al 12 marzo 2018.