Se cerchiamo l’area più ricca d’Europa dobbiamo viaggiare verso nord-ovest, a Londra, e fermarci poi esattamente al centro del suo cuore finanziario – dove secondo Eurostat ciascun abitante nel 2015 ha, in media, un reddito di oltre 350mila euro annui.
Si tratta di un numero talmente grande che è persino difficile metterlo nel giusto contesto: nessun’altra provincia europea risulta avvicinarsi anche solo lontanamente, e fa impallidire anche città super sviluppate in altre nazioni: per arrivarci servono oltre 12 europei dal reddito medio, sette milanesi oppure quattro parigini messi insieme.
Ma è davvero un valore significativo? Nel fare confronti fra aree bisogna sempre considerare che ognuna ha una dimensione diversa: può essere più o meno popolata, e certamente per gruppi più piccoli è più facile arrivare a livelli di reddito elevatissimi che per grandi metropoli. Se per ipotesi un milionario occupasse da solo un’intera provincia, troveremmo che essa ha in media un reddito stratosferico, eppure non sapremmo comunque nulla di particolare sul tenore di vita delle persone normali.
In questo senso il caso della City di Londra è sì speciale, ma forse non tanto come potremmo aspettarci. È vero che si tratta di parte di una grande metropoli, e dunque in un certo senso fare confronti con altre città di milioni di abitanti non è proprio il massimo. Chiarito questo però l’agenzia europea di statistica ci dice che comunque non parliamo poi di numeri così piccoli: si tratta in tutto di circa 250mila persone, grosso modo quante ne ospita Venezia.
Un altro termine di paragone – forse ancora più utile per comprendere la scala del fenomeno – è lasciar perdere il reddito per abitante e concentrarci sul totale. Scopriamo così che il PIL totale prodotto dalla City – la nostra Venezia inglese – raggiunge quasi quello dell’intera Campania, dove però vivono 24 volte gli abitanti, e dunque poco meno di sei milioni di persone.
Oltre alla foto recente, un altro segnale importante di come si muove il cuore finanziario di Londra arriva facendo un confronto con qualche anno fa. Le altre grandi aree sviluppate hanno visto crescere la propria economia a volte di pari passo, più spesso leggermente meno rispetto alla media europea. Poiché si tratta in genere di zone già ricche, per loro avanzare è più difficile: e allora non c’è troppo da sorprendersi se la loro posizione relativa rispetto alle aree povere che le inseguono non migliora.
E tuttavia l’eccezione a questa tendenza generale è proprio la City, dove il PIL pro capite non solo partiva nel 2000 già da valori oltre dieci volte superiori alla media europea, ma negli ultimi 15 anni è persino cresciuto ancora fino a raggiungere il massimo storico nell’ultimo anno per cui esistono dati.
Questi, d’altra parte, sono numeri che arrivano fino al 2015, ovvero ben prima che si svolgesse il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea. Una parte importante del reddito prodotto in quest’area si deve appunto alle attività finanziarie, ma al momento c’è incertezza su quanto accesso esse continueranno ad avere al mercato unico del continente dopo l’uscita formale dall’unione. In caso di una Brexit particolarmente dura, questa ricca area del Regno Unito potrebbe subire un colpo pesante – forse persino rimpicciolire, per la prima volta, dopo tanti anni di crescita.