A voler essere puntigliosi, si tratta dell’11,78%. Ma, insomma, la proporzione è quella. Che siano pubblici o privati, poco importa: gli asili nido italiani sono in grado di accogliere appena 175mila bambini su una platea potenziale che si avvicina al milione e mezzo di individui.
La fonte è Istat, i numeri fanno riferimento al 2015. Non recentissimi, va detto, ma per quanto riguarda gli utenti degli asili nido si tratta dei più recenti messi a disposizione dall’istituto nazionale di statistica. Infodata ha estratto i dati relativi ai bambini che li frequentano su base comunale. Definendo così l’offerta di posti all’interno di queste strutture. Ammesso e non concesso che le capienze massime siano raggiunte. Ma questo è un elemento che dai dati non emerge.
Sia come sia, questi numeri sono stati messi in rapporto con la domanda di questo tipo di servizi. Infodata li ha cioè confrontati con i residenti al 1 gennaio 2016 di età compresa tra 0 e 2 anni. Più o meno la platea alla quale sono rivolti gli asili nido. Il risultato è visualizzato su questa mappa:
I territori colorati in azzurro sono quelli nei quali il rapporto tra iscritti agli asili nido e residenti supera la media nazionale dell’11,78%. Quelli a tinte arancioni, invece, presentano un dato inferiore. In alto a sinistra due filtri consentono di stringere l’analisi su una singola regione e su una singola provincia.
Prima di proseguire, occorre una precisazione. I genitori non sono obbligati ad iscrivere il figlio nel comune di residenza. Certo, i meccanismi di formazione delle graduatorie nei nidi comunali probabilmente premiano i residenti rispetto a chi arriva da paesi o città limitrofe. Ma rimane questa libertà. Che spesso diventa scelta obbligata se nel proprio comune non esiste un nido.
Tanto per essere chiari: succede ad esempio che a Cagnò, in provincia di Trento, gli utenti del nido nel 2015 fossero 18. Mentre i residenti tra 0 e 2 anni erano appena tre. È chiaro, dunque, che l’asilo di questo paese ha accolto anche dei non residenti. Precisazione doverosa, anche se questa circostanza poco toglie alla fotografia dell’offerta di posti negli asili nido scattata da Istat.
Immagine che afferma come l’Emilia Romagna sia la regione con la maggiore offerta: qui gli asili nido accolgono il 23,75% degli utenti potenziali, sostanzialmente il doppio rispetto alla media nazionale. Bene anche la Valle d’Aosta (22,31%) e la Toscana (20,88%). All’estremo opposto ecco la Sicilia (4,72%), la Campania (2,55%) ed infine la Calabria con l’1,8% di bambini che frequentano l’asilo nido. Si tratta di uno su cinquanta, per dirlo in un’altra maniera.
Un dato, quello calabrese, decisamente inferiore rispetto alla media nazionale. Come a dire che ci sono zone del Paese nelle quali prima di rendere gli asili nido gratuiti, come recita uno dei punti del contratto di governo, bisognerebbe cominciare a costruirli.