La prima regola per chi lavora con i dati è che una correlazione tra due fenomeni non implica un rapporto di causa effetto tra i suddetti fenomeni. Correlation is not causation, per riassumerlo all’inglese. E così se ci sono aree, vedremo anche piuttosto ampie, del Paese in cui coesistono una scarsità di posti negli asili nido e un elevato tasso di disoccupazione femminile nella fascia di età compresa tra i 25 ed i 34 anni, non è possibile dire che uno dei fenomeni sia causa dell’altro.
Se però fossimo al governo del Paese, ma anche all’opposizione, guardando questa mappa qualche problemo ce lo porremmo comunque:
Intanto la fonte dei dati, ovvero Istat. È da qui che arrivano sia i dati relativi ai posti disponibili negli asili nido, tema del quale Infodata ha già avuto modo di occuparsi. Così come quelli relativi al tasso di disoccupazione, su base provinciale, per le donne di età compresa tra i 25 ed i 34 anni. Entrambi i dataset fanno riferimento al 2015.
L’idea era quella di incrociarli, così da poter visualizzare con un colpo d’occhio sia le aree nelle quali ad una bassa disponibilità di posti negli asili corrisponda una disoccupazione elevata. Sia quelle nelle quali un’alta capacità dei nidi di accogliere bambini si accompagni ad un basso tasso di occupazione femminile nella fascia d’età presa in considerazione. Le prime sono visualizzate sulla mappa in nero, le seconde in bianco.
I valori di riferimento sono quelli della media nazionale. Che dicono che solo l’11,78% dei bambini tra 0 e 2 anni trova posto negli asili nido. E che il 19,59% delle donne tra i 25 e i 34 anni è disoccupata. La fascia media da conto dei valori compresi tra la media ± 10%.
Come si può notare, le aree in cui la disoccupazione è più alta, quelle nere ma anche quelle gialle e marroni, si concentrano nel Sud Italia. E in larghe fette del Mezzogiorno la tinta dominante è il nero, colore che identifica la correlazione tra bassa disponibilità di posti nei nido e alto tasso di disoccupazione femminile. Situazione che, va detto, si verifica anche al Nord, in particolare in provincia di Alessandria. E, seppure in misura minore, in provincia di Ferrara.
In molte parti delle regioni centrosettentrionali, invece, si assiste a un fenomeno inverso: a una bassa disoccupazione si accompagna un’elevata disponibilità di posti negli asili. Circostanza che si verifica in modo particolare in Emilia Romagna.
Ancora una volta, non esiste alcun rapporto di causa effetto. Valga per spiegarlo il caso della provincia di Bolzano, dove convivono una disponibilità nei nidi più bassa della media e un tasso di disoccupazione inferiore al dato nazionale. Per il resto, però, quella che restituisce la mappa la fotografia di un’Italia spezzata in due. Ed è probabilmente su questo che la politica dovrebbe interrogarsi.