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politica

Dopo i primi tre mesi cosa dicono i sondaggi sul Governo? E sui partiti?

Agosto è periodo di vacanza anche per i sondaggisti – al netto delle ferie può non essere una buona idea interpellare gli italiani in un periodo in cui così tanti sono in giro: si rischiano di trarre conseguenze fuorvianti. Finita la pausa estiva però tornano le rilevazioni, che è possibile usare come termometro della politica sia per il governo che per i singoli partiti che lo compongono, per non parlare di chi invece è all’opposizione.

Invece che ricorrere a un singolo sondaggio, un modo un po’ sofisticato ma senz’altro più affidabile consiste nel raccogliere tutti quelli pubblicati e aggregarli. In questo modo si può rimediare – anche se mai del tutto – a eventuali errori o preferenze politiche di chi conduce le rilevazioni.

Un progetto indipendente il cui scopo è proprio questo ma su scala europea è Poll of Polls, con sede in Austria, da cui abbiamo estratto i sondaggi  relativi agli ultimi mesi di tutti i principali partiti italiani.

Mettendoli insieme viene fuori che dopo le elezioni la singola storia più rilevante è quella della Lega, che al momento viene data quasi al doppio dei valori ottenuti nel marzo scorso alla Camera. Chi invece sembra aver perso spinta durante la primavera è il Movimento 5 Stelle, in calo di diversi punti durante le lunghe consultazioni e superato dalla Lega come primo partito proprio durante l’estate.

Sommati, i due partiti al governo otterrebbero oggi grosso modo il 60% dei consensi totali.

Terzo in corsa è il Partito Democratico, in lievissima risalita durante le consultazioni, cui ha fatto seguito un calo estivo che gli ha fatto il minimo storico nella sua storia poco più che decennale. I primi sondaggi settembrini sembrano però darlo in leggera risalita, anche se per capire se si tratta di rumore statistico o di una tendenza vera e propria bisognerà aspettare ancora un po’. Altro partito in gravissima crisi è Forza Italia, i cui voti – plausibilmente – sembrano essersi travasati spesso verso la Lega, tanto da finire vicino o poco sotto la soglia del 10%.

Come sempre quando si parla di sondaggi, bisogna ricordare che essi arrivano con un inevitabile margine di errore. Un modo più utile per pensare ai risultati elettorali di un partito non è tanto prendere la semplice percentuale di voti che gli viene associata dalle rilevazioni. Conviene piuttosto ricordare che il risultato reale tenderà a essere il 95% delle volte entro una fascia di circa tre punti percentuali intorno quel valore – in più o in meno.

Lo smottamento appare ancora più chiaro guardando alle coalizioni invece che ai singoli partiti. Alle elezioni il centro-destra di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e UDC è stata la coalizione più votata, con il 37% dei voti alla Camera, ma comunque insufficienti a fargli ottenere i deputati necessari per una maggioranza di governo. Oggi anche solo l’unione dei primi tre partiti li porterebbe intorno al 45%, un valore ben più che superiore al necessario.

Per parte sua, il centro-sinistra appare oggi poco sotto al risultato di marzo. Sui risultati complessivi della coalizione però qui c’è maggiore incertezza, dovuta alla difficoltà di condurre sondaggi accurati su partiti piccoli come +Europa.