Secondo gli ultimi dati dell’istituto europeo di statistica, dettagliati a livello regionale e che arrivano al 2016, diverse regioni del sud Italia risultano oggi più povere di parti dell’est Europa come la Polonia. Per la prima volta dall’inizio della crisi economica, d’altra parte, il distacco dell’Italia rispetto alla media europea non aumenta e anzi si riduce – sebbene di pochissimo e probabilmente entro il margine di errore di queste statistiche.
Nel 2009 il reddito degli italiani valeva il 108% della media europea, un valore calato poi di continuo fino a un minimo del 94% nel 2015; l’anno successivo è poi tornato al 95%.
Come succede da anni, l’area del continente dove il reddito medio appare maggiore è quella che comprende la City di Londra: un numero stratosferico che però non ha molto senso confrontare con altre regioni perché poco ha a che vedere con la vita dei londinesi “comuni”. Per l’Italia il primato appartiene alla provincia autonoma di Bolzano, seguita dalla Lombardia, con la Calabria invece all’ultimo posto.
A voler trovare elementi comuni nelle regioni, da un punto di vista economico, troviamo grosso modo tre grandi gruppi in ordine crescente di ricchezza. Al primo appartengono aree quasi sempre nell’estremo est Europa – nazioni come la Bulgaria, per esempio –, in cui troviamo le regioni più povere.
Ancora spesso sotto la media europea ci sono poi ampie parti del sud Europa, come il meridione italiano o pezzi di Spagna, con centro-nord Europa dove invece tendiamo a trovare i risultati migliori. A questo fanno a volte eccezione le regioni in cui si trovano le capitali, che spesso anche se non sempre rappresentano l’area con i redditi medi più elevati: è per esempio il caso di Spagna, Regno Unito e soprattutto della Francia – con Parigi che è l’unica di sole due regioni transalpine in cui il reddito supera la media europea.
Detta soltanto così la Francia sembrerebbe molto più povera di quello che è in realtà. Ma in effetti per avere il quadro completo bisogna considerare anche quante persone vivono nelle aree ricche e in quelle povere: com’è naturale regioni piccole contribuiscono poco al totale di una nazione rispetto ad altre con più abitanti, e viceversa.
Proprio il caso di Parigi è esemplare: certo in molte regioni francesi il reddito per abitante è sotto il valore medio europeo, ma nella zona che ospita la capitale transalpina vivono in totale poco più di 12 milioni di francesi – quasi uno su cinque del totale. E proprio lì il reddito medio è ben superiore rispetto a molte altre regioni del continente: un rapporto molto particolare fra capitale e resto del paese, che non trova pari fra nelle altre grandi nazioni.
In Italia per esempio la regione più popolosa è la Lombardia, dove vive praticamente un italiano ogni sei e che insieme è anche fra le più ricche, ma allo stesso tempo che superano la media europea troviamo anche parecchie altre aree del centro-nord.
Per parte sua la Germania contiene una grande diversità di redditi. Troviamo regioni come quella di Amburgo dove il valore medio è fra i maggiori del continente, insieme ad altre sotto la media. Si tratta di regioni dell’ex Germania dell’est, più piccole però anche in termini di popolazione.
Un altro termine di paragone è la Spagna, dove la singola regione più popolosa – l’Andalucìa – è invece anche relativamente povera; o quanto meno sotto la media europea, ma comunque con risultati migliori rispetto a tante altre aree del meridione italiano.
A voler proprio essere puntigliosi, i dati pubblicati da Eurostat non indicano proprio i redditi quanto il PIL pro capite – due misure non esattamente identiche ma simili abbastanza per farci un’idea di qual è la condizione economica delle persone. Essi, poi, includono anche stime dell’evasione fiscale e sono aggiustati per tenere in conto che regioni diverse hanno un diverso costo della vita: si tratta dei numeri più affidabili che esistono oggi per fare un confronto sul tenore di vita degli europei.