Gli incendi scoppiati ieri a Milano e a Novate, a pochi chilometri di distanza, in due aziende di smaltimento rifiuti sono gli ultimi di una lunga serie avvenuti negli ultimi tempi: 33 in Lombardia, secondo Legambiente, fra il 2015 e il 2018. Qui la cronaca e l’allarme del ministro dell’ambiente sul Sole24ore.com
Il sistema MonIQA. Per monitorare lo stato dell’aria è stato lanciato anche “MonIQA” : un sistema interattivo che permette di consultare on line i dati aggiornati quotidianamente sulla qualità dell’aria nelle città di tutto il Paese: in un’unica mappa intuitiva, sono assegnati cinque colori a cinque gradazioni diverse di qualità dell’aria a seconda della concentrazione delle sostanze come particolato atmosferico, biossido di azoto, monossido di azoto, ozono, monossido di carbonio, biossido di zolfo e benzene. Praticamente, cliccando sulla città viene fuori una finestra in cui sono indicati i risultati della misurazione delle sostanze inquinanti con il relativo limite di riferimento, quindi l’indice percentuale e il giudizio globale.
Realizzato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e dal Laboratorio Nazionale Smart Cities del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica (Cini), il sistema – scaricabile come app per Android – cattura i dati emessi separatamente dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (Arpa) e li unisce nella mappa.
Secondo il report sulla qualità dell’aria presentato a settembre, e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Enea e Ferrovie, l’Italia guida la classifica europea dei morti per inquinamento dell’aria con oltre 90.000 morti premature. Si tratta di 1.500 decessi per milione di abitanti, rispetto ai 1.100 in Germania, agli 800 della Francia e della Gran Bretagna, e ai 600 della Spagna.
“La concentrazione delle sostanze inquinanti nell’aria – spiega Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e del Laboratorio Nazionale Smart Cities del Cini – viene paragonata con i limiti imposti dalla legge, e assegnato un colore ad ogni parte del territorio nazionale monitorato. Grazie a MonIQA – prosegue Anastasi – sarà possibile avere una visione generale sulla qualità dell’aria nel nostro paese, con la conseguenza positiva di incentivare le aree a maggior concentrazione di sostanze pericolose per la salute ad avviare pratiche più ecologicamente sostenibili. Uno studio di Legambiente dimostra per esempio che riducendo del 10% i livelli di particolato atmosferico potremmo arrivare ad avere anche 10.000 morti in meno”
Come funziona? Basta inserire il nome della regione e si va direttamente alla mappa interattiva. Il sito riporta i valori di qualità dell’aria che sono stati pubblicati e validati dalle agenzie Regionali per la Protezione dell’ambiente (Arpa)
La Commissione europea. Una mappa interattiva che consente ai cittadini di monitorare la qualità dell’aria in tempo reale nelle città dell’Ue. La piattaforma è stata lanciata dall’Agenzia dell’Ambiente e dalla Commissione europea. Gli utenti possono cercare o ingrandire qualsiasi città o regione in Europa per verificare la qualità dell’aria e le misurazioni per ognuno degli inquinanti più pericolosi: particolato fine (Pm10 e Pm2,5), ozono, diossido di azoto e diossido di zolfo. L’indice si basa sulle rilevazioni delle stazioni di monitoraggio, contrassegnate da punti colorati sulla mappa. L’indice e la mappa interattiva la trovate a questo indirizzo . Mentre le informazioni su standard e fonti da cui vengono prese queste informazioni si trovano a questo indirizzo.
Se cliccate la foto andate direttamente alla mappa interattiva.
Qui Oms. I dati sono aggiornati al 2018 e la fonte e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Più dell’80% delle persone che vivono in aree urbane è esposta ad aria con livelli di inquinamento superiori ai limiti dell’Oms. Lo scrive la stessa organizzazione precisando che il calcolo è naturalmente relativo a quelle aree metropolitane dove viene monitorata la qualità dell’aria. Come si vede nella mappa se è vero che tutte le città rilevano presenza di inquinanti quelle dove si rischia di più sono le metropoli a più basso reddito. Secondo il database dell’Oms che trovate qui, il 98% delle città più povere e con più di 100mila abitanti non soddisfa i parametri di qualità dell’aria scritti dall’Oms. Nei Paesi più ricchi questa percentuale scende al 56%. A settembre era stato calcolato sempre dall’Oms che il 92% della popolazione mondiale viveva in luoghi dove i livelli di qualità dell’aria non soddisfano i limiti fissati dall’Oms per le particelle sottili, ovvero una media annuale di 10 microgrammi per metro cubo.
Il database oggi copre tremila città in 103 Paesi nel mondo. Qui la mappa realizzata dall’Oms. Cliccando sulla mappa si ha uno zoom che arriva a livello provinciale. Molti dei dati sono relativi al 2013 per quanto riguarda l’Italia.
Metodologia. Le stime sono state calcolate utilizzando categorie e metodi standardizzati per migliorare la comparabilità tra i diversi paesi. In altre parole, questo approccio può determinare in alcuni casi le differenze tra le stime presentate qui e le statistiche nazionali ufficiali elaborate e approvate da singoli Stati membri dell’Oms. Queste differenze tra l’Oms e le statistiche nazionali possono essere più grandi per i paesi con piccole città. Sempre l’Oms sottolinea come queste stime sono altresì soggette a notevoli incertezze, soprattutto per i paesi con deboli sistemi di informazione statistica.