Quello dell’ascendenza religiosa sui comportamenti sociali è un tema probabilmente troppo complesso e dalla lunga storia per essere abbracciato in un libro, assolutamente non può essere evaso in un articolo o da una singola ricerca.
Ci sono però dei dati emersi da un ampio lavoro condotto da Pew Research “Be Christian in Western Europe” , il noto centro di ricerca americano, che evidenziano un elemento interessante: nei paesi europei Occidentali sono i cristiani praticanti a mostrarsi meno predisposti all’accoglienza delle persone musulmane. Un risultato che cozza con il dato di fatto che la cristianità (attenzione: qui ci si riferisce ai cristiani, comprendendo dunque i cattolici, i protestanti, gli ortodossi, ecc) è oggi in prima linea per quanto riguarda l’accoglienza del “diverso”, non solo nella pratica. Sono molti i giornali, le riviste, i pensatori e gli scrittori cattolici che in Italia stanno alimentando il dibattito sulla necessità dell’accoglienza. Per non parlare dei numerosi moniti dello stesso Papa Francesco intorno al suo quadrivio “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare”.
Eppure, questi dati mostrano che fra le persone che si dichiarano cristiani praticanti la diffidenza verso i musulmani è ancora molta, più di quanta ve ne sia fra persone che non praticano alcuna religione. Il 63% dei praticanti italiani afferma che l’Islam è in antitesi con i valori cristiani, contro il 29% dei non religiosi. È interessante osservare due aspetti linguistici della domanda: primo, non si parla di “diverso” ma di vera e propria “antitesi”; secondo, si parla di Islam in maniera generica, e viene da chiedersi se forse gli stereotipi in questo caso non siano stati troppo liberi di agire sulla mente del rispondente. Sempre il questionario di Pew Research mostra che alla domanda “quanto ne sai dell’Islam”, il 74% degli italiani risponde “poco o niente”. Siamo insieme al Portogallo il paese che ne sa di meno.
Il trend che si riscontra in Italia è il medesimo del resto d’Europa: il 40% dei cristiani praticanti europei dichiara che l’immigrazione dovrebbe essere ridotta, contro il 28% dei non religiosi. Ma soprattutto fra i cristiani praticanti è doppia rispetto ai non religiosi la percentuale di europei che afferma che la propria cultura è superiore alle altre.
Pew Research considera anche il gruppo dei cristiani non praticanti, le cui risposte risultano molto più vicine a quelle dei cristiani praticanti che a quelle dei non religiosi. Il 45% dei non praticanti per esempio afferma che la propria cultura occidentale (quale sia il significato che viene attribuito dai rispondenti a questo termine non è chiaro) sia superiore alle altre.
Addirittura il 35% degli italiani intervistati concorda con la frase: “Mi sento straniero nel mio stesso paese per via dei musulmani”. In generale fra i paesi a prevalenza cattolica la percentuale è del 27%, fra quelli a prevalenza protestante.
Poco meno di un cristiano su tre in Europa Occidentale afferma di ritenere che gli immigrati medio orientali non siano onesti e sempre uno su tre non accetterebbe un musulmano in famiglia. Addirittura un praticante su 7 non accetterebbe un ebreo in famiglia, mentre fra i non religiosi le percentuali sono minori: rispettivamente dell’11% e del 7%.
I cristiani praticanti italiani inoltre sono i più sicuri dopo i praticanti portoghesi che per essere davvero italiani sia necessario possedere un solido background italiano, e qui la differenza con i non religiosi è molto attenuata, mentre risulta più accentuata quella con altri paesi come Svezia, Norvegia e Paesi Bassi, anche rimanendo nell’ambito dei cristiani praticanti.
Non è un caso se quasi 6 cristiani praticanti su 10 in Europa e 6,5 in Italia ritengono che lo stato dovrebbe supportare i valori religiosi. Al tempo stesso però i non religiosi italiani sono fra i più laici dell’Europa Occidentale.
Un tema importante è anche la correlazione fra identità cristiana e fenomeni migratori ma gli autori dell’indagine precisano che questi dati non permettono di dire che l’identità cristiana stai aumentando in relazione alla crescente presenza di musulmani in Europa. Semmai il sondaggio può aiutare a rispondere alla domanda su quale sia la natura dell’identità cristiana nell’Europa occidentale oggi, in particolare tra il grosso gruppo di europei che si identificano come cristiani ma che non frequentano la chiesa.
Con quest’ottica va letto il dato secondo cui anche fra chi si definisce cristiano l’identità religiosa sembra tuttavia essere molto meno forte di quella nazionale. Sono più i cristiani che affermano di essere orgogliosi della propria nazionalità di quelli orgogliosi di essere cristiani: il 50% contro il 33%. L’Italia inoltre non compare fra i primi paesi come orgoglio cristiano, almeno all’interno del campione esaminato.
Infine, un’osservazione curiosa rispetto a quanto detto finora: fra non religiosi, a essere più accoglienti sono coloro i quali sono stati cresciuti in un contesto dove era presente la religione (in Italia 6 non religiosi su 10) rispetto a chi è stato allevato in un contesto completamente ateo. L’85% dei primi si dice disposto ad accogliere un musulmano come vicino, contro il 72% dei non religiosi che non hanno mai frequentato la chiesa.