Secondo i dati Istat, nel 2016 c’erano in Italia poco più di 11 milioni di pensionati di anzianità e vecchiaia, in calo di circa 600mila unità dal 2011, anno di approvazione della riforma Fornero.
La classe di età che più si è ridimensionata è quella dei 60-64 enni, i quali erano più di 2 milioni nel 2011 e sono diventati meno di 1 milione nel 2016, considerando che tra questi sono affluiti una parte dei 400mila pensionati che all’epoca non avevano ancora compiuto i 60 anni.
Le dinamiche demografiche hanno comportato un incremento del numero dei più anziani tra i pensionati: coloro che hanno più di 95 anni nel 2016 sono cresciuti del 21% rispetto a sei anni prima e incrementi significativi si sono registrati anche nella classe tra i 90 e i 94 anni (+56%) e tra gli 85 e 89 anni (+26%). Complessivamente 2 milioni e 800mila pensionati erano almeno ottuagenari nel 2016.
Dal punto di vista dei redditi si è visto un incremento degli assegni nei sette anni considerati. Se la distribuzione nel 2011 vedeva questi schiacciati su valori inferiori a 750€ al mese, ora la distribuzione tra le classi di reddito è più omogenea fino a 1.500€.
Tra i (pochissimi) pensionati tra i 50 e 54 anni di età prevalgono invece gli assegni più cospicui: più dei quasi 10mila nuovi baby pensionati riceve oltre 2.500€ al mese.