In un articolo precedente abbiamo raccontato qual è la situazione della disuguaglianza dei redditi, oggi, usando una piccola metafora: immaginando di mettere in fila tutte le persone e ordinarle a seconda di quanto guadagnano. E poi dividerle in parti uguali per verificare, per esempio, come se la passa il 10% più povero o il più ricco.
Per mettere le cose in prospettiva però aiuta anche tornare indietro nel tempo, e usando sempre i dati dell’istituto europeo di statistica controllare se la situazione di chi non se la passa bene è migliorata o meno. Troviamo così che negli ultimi vent’anni circa la percentuale di reddito totale guadagnata dal 10% più povero degli italiani non ha fatto che calare passando dal 3% del 1998 all’1,8 del 2016, per poi risalire leggermente proprio lo scorso anno.
Qualcosa di simile, anche se meno accentuato è successo anche per il gruppo successivo: non il primo ma il secondo 10% – o decile, come viene chiamato in statistica – di italiani dal reddito minore.
L’Italia è, con la Spagna, fra le nazioni principali dove la parte più povera del paese guadagna meno – o più esattamente a cui va una fetta più piccola del reddito complessivo prodotto. In Spagna e Germania, per esempio, troviamo che al 10% con il reddito minore vanno parti abbastanza più ampie del totale, e non da oggi: si tratta di una differenza strutturale fra paesi.
Dove invece la situazione appare più simile, almeno negli ultimi tempi, è nel caso del 10% più ricco della popolazione. A esso, in ciascuna della quattro confrontate qui a parte la Germania, va una fetta simile del reddito totale prodotto.
Sono numeri che consentono di verificare in dettaglio una situazione fotografata da altri indicatori: anche secondo l’OCSE e il suo “income distribution and poverty” database l’indice di Gini dell’Italia dopo tasse e trasferimenti pubblici – una misura forse un po’ rozza ma a volte utile del livello generale di disuguaglianza – è ben superiore a quello tedesco o francese.
Se i poveri guadagnano parti sempre più piccole del reddito nazionale, la tentazione immediata sarebbe pensare che la differenza sia andata ai più ricchi. Ma in realtà già guardando a come si evoluta la situazione del 10% con il reddito maggiore emerge che difficilmente è andata così. Le classi dove invece la differenza con le altre nazioni è più accentuata sono quelle medio-alte.
Neppure guardando a insieme ancora più piccoli, come per esempio l’1% degli europei più ricchi, si vedono sproporzioni enormi dell’Italia rispetto agli altri. Al contrario la fetta di reddito che va all’1% meglio messo dei francesi – pur con alti e bassi – è ancora maggiore che in Italia, dove oggi appare praticamente identica a quella dei tedeschi.