Una persona su sei, in Europa, soffre di problemi come depressione, disturbi d’ansia, dipendenza da alcol e droga. Parliamo di circa 84 milioni di persone. Un costo elevato per l’individuo che, oltre alle conseguenze pesanti della sua situazione, si trova anche a subire lo stigma e il giudizio sociale di una tipologia di malattia che ancora non viene pienamente riconosciuta come tale. Una malattia di cui si ha ancora difficoltà a parlare, per cui è ancora spesso difficile chiedere aiuto e che, nonostante la sua forte incidenza sulla società, ancora non viene riconosciuta e trattata come tale. Anche se il suo costo ricade sulla società nel suo complesso e si potrebbe ridurre notevolmente se la salute mentale diventasse una priorità a livello sociale e politico, come raccomandano l’Ocse e la Commissione europea.
Partiamo da qualche numero: il costo economico totale dei disordini psichici nei 28 Paesi europei ammonta a oltre 600 miliardi di euro, pari a più del 4% del Pil. Una gran parte di questi costi riguarda il minor tasso di occupazione e di produttività delle persone con malattia mentale (260 mld di euro pari all’1,6% del Pil) e alle maggiori spese in programmi di sicurezza sociale (1,2% del Pil o 170 mld di euro), mentre il resto riguarda la spesa sanitaria diretta (1,3% del Pil o 190 mld di euro). L’Ocse, nel sui rapporto Health at a Glance: Europe 2018, in cui affronta il tema della salute e della spesa sanitaria in Europa in generale, si è concentrata proprio sulla necessità di concentrare maggiormente gli sforzi per promuovere la salute mentale e migliorare la diagnosi precoce e il trattamento delle persone che soffrono di disagio psichico. Politiche più attente in questo senso, dice l’Ocse, migliorerebbero le vite di milioni di cittadini europei e contribuirebbe a migliorare le condizioni economiche e di lavoro.
L’approccio al disagio psichico, infatti, a differenza di quello che accade per altre tipologie di malattie, si concentra sulla cura ma poco sulla prevenzione. La salute mentale non è un tema all’ordine del giorno nella maggior parte dei Paesi europei e pochi sono i casi in cui ci si occupa di prevenzione, per esempio con interventi mirati nelle fasce più a rischio come i disoccupati o gli anziani. L’Italia, secondo i dati Ocse, spende per costi diretti e indiretti legati alla malattia mentale il 3,3% del Pil, al sesto posto in Europa e comunque leggermente al di sotto della media europea. Al primo posto la Danimarca (5,4% del Pil), seguita da Germania (4,8%) e Spagna (4,2%).
Nell’Info Data realizzata da Ocse si può navigare attraverso gli indicatori del rapporto Health at a Glance, apprezzando le mappe in base per esempio ai fattori di rischio, all’accesso alle cure e alle spese sanitarie.