Negli ultimi mesi il governo italiano non ha fatto che litigare con quello maltese per la gestione dei soccorsi in mare. Già che ha intensficato i contatti, potrebbe farsi insegnare come si gestisce la digitalizzazione. Sì, perché Malta è la nazione europea con i più alti risultati in termini di eGovernment.
A dirlo è l’eGovernment Benchmark 2018, rapporto pubblicato dalla Commissione europea e realizzato, tra gli altri, dal Politecnico di Milano. Studio che restituisce una fotografia della transizione al digitale da parte delle pubbliche amministrazioni dei Paesi dell’Unione. Cinque gli indicatori presi in considerazione, con valori espressi in percentuale. Più è alta, migliore è la prestazione.
Il primo riguarda l’accessibilità dei servizi digitali. Ed indica quanti servizi sono disponibili on line, quanti sono sviluppati perché possano essere fruiti da mobile e la presenza o meno di un meccanismo di supporto on line e di feedback. Infodata ha scelto di prendere in considerazione il valore medio per il biennio 2016-21017. In questo periodo, la situazione a livello europeo è questa:
Con un punteggio pari al 97,25% Malta ottiene il miglior risultato a livello continentale. Di gran lunga superiore all’82,88 che corrisponde alla media europea. La situazione peggiore la vive invece il Montenegro, che ottiene un 58,88%. L’Italia si attesa all’86,5%. Un dato leggermente superiore alla media europea, nel complesso positivo, ma comunque oltre dieci punti al di sotto di quello maltese.
Va decisamente peggio se si guarda alla trasparenza. Che però in questo caso riguarda le modalità con le quali vengono erogati i servizi e vengono gestiti i dati degli utenti:
Con il suo 54,25% l’Italia non solo ottiene un risultato inferiore alla media europea del 62,13%. Ma si trova 40 punti al di sotto del risultato di Malta, anche qui top performer. Il governo maltese è al primo posto anche sotto il profilo dei fattori abilitanti, piazzandosi ad un passo dalla perfezione con un 99%. Si tratta di un indicatore che mostra il livello delle infrastrutture tecniche e organizzative che rappresentano una precondizione allo sviluppo dell’eGovernement:
Un indicatore, in altre parole, che valuta esistenza e sviluppo di strumenti come l’identità elettronica e il ricorso a documenti digitali. Con un 55,5% l’Italia è appena sopra la media europea del 55%. Magra consolazione, Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito fanno peggio.
Uno dei motivi per i quali l’Unione europea monitora lo sviluppo dell’eGovernement è la volontà di sviluppare un mercato unico digitale. Per arrivare al quale la transizione digitale della PA è condizione necessaria. E gli ultimi due indicatori forniscono informazioni interessanti in questo senso, dal momento che misurano la possibilità che privati ed aziende di una nazione hanno di accedere a servizi on line forniti da un altro Paese.
Guardando alla situazione relativa ai servizi rivolti ai privati cittadini, la situazione italiana è tra le peggiori in Europa. Non si va oltre il 27,25%, dato che ci pone al terzultimo posto in Europa. Dove la media è invece del 49,25%. Anche in questo caso, a primeggiare è Malta, che ottiene una valutazione dell’86,75%. Decisamente migliore, per quanto non ottimale, la situazione relativa alle imprese.
Qui l’Italia ottiene 66,5%, dato leggermente superiore alla media europa del 63,5%. A trionfare, questa volta, è il Regno Unito, che ottiene una valutazione del 90%. Tutto da capire se, a Brexit avvenuta, le cose cambieranno. Di sicuro è importante che comincino a cambiare, e per il meglio, in Italia.