È una delle principali attività che impegna le forze dell’ordine italiane. E non a caso i risultati dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata rappresentano uno dei capitoli del rapporto sulla sicurezza presentato ogni anno a Ferragosto dal Viminale. Dati che riguardano sia il numero di mafiosi arrestati che quello dei bani confiscati alle mafie. Infodata li ha estratti per rappresentarli in questa infografica:
Ogni bolla rappresenta un’anno di attività. È necessario ricordare che le annualità comprendono i primi sei mesi dell’anno in cui è presentato il rapporto e gli ultimi sei dell’anno precedente. Detto altrimenti: i numeri del 2012 coprono il periodo compreso tra il 1 agosto 2011 ed il 31 luglio 2012. Più una bolla è grande e scura, più alto è il numero di persone arrestate o di beni confiscati.
Come si può vedere, al contrario di quanto registrato sul fronte dei crimini, non si registra un andamento netto. Nè nella direzione di un aumento, né in quella di un calo.20
Fanno eccezione i latitanti arrestati, che sono scesi dagli 82 del 2012 ai 45 del 2017. Quest’anno, però, il loro numero ha ricominciato a salire, toccando quota 53. Se si guarda al dato più generale dei mafiosi arrestati, che comprende anche quelli che non si sono dati alla macchia, il dato oscilla. Il valore più alto si è registrato nel 2015, quando sono finiti in manette 2.202 affiliati alle cosche. Lo scorso anno sono stati 1.662.
Gli ultimi 12 mesi hanno infine registrato un record per quanto riguarda i beni confiscati. Sono stati 9.620 quelli sottratti definitivamente alle cosche per essere poi riassegnati alla collettività. Di queste, ben 477 sono aziende che, in mano alle mafie, finivano per inquinare il mercato. Fino allo scorso anno il dato più alto risaliva al 2015, quando i beni confiscati furono poco più di 5mila, delle quali 189 aziende. Dati che forniscono l’idea dell’eccezionalità del risultato conseguito negli ultimi 12 mesi.
Periodo che ha fatto segnare anche il record per quanto riguarda il valore dei beni sottratti definitivamente alla disponibilità mafiosa: si tratta di una somma pari a 3 miliardi e 227 milioni di euro. Anche in questo caso, una soglia mai toccata. In precedenza il valore più alto lo si era raggiunto con 2,18 miliardi nel 2013. Per quanto, al di là del valore in sé, ciò che conta è sottrarre questi beni alle mafie e restituirli alla società.