“It’s beginning to look a lot like Christmas” scrisse Meredith Willson nel 1951 quando compose l’omonima canzone che, a distanza di quasi settanta anni, rimane uno dei pilastri della colonna sonora di ogni Dicembre in vista dell’imminente Natale.
Come ogni anno, anche il per il 2018 è arrivato il momento in cui i brani natalizi cominciano a colonizzare le frequenze audio della quotidianità mediatica: dalla pubblicità su ogni tipo di canale fino alla musica diffusa dai negozi che cercano di creare la classica atmosfera natalizia, sperando di aiutare Babbo Natale a riempire la slitta per i bambini di tutte le età.
Senza addentrarci nell’ambito della musica religiosa, nella redazione di Infodata abbiamo dato uno sguardo – con il nostro solito occhio di riguardo verso i numeri – ad alcune delle canzoni più famose della tradizione musicale a tema natalizio.
Nell’infografica che segue sono rappresentate sotto forma di cerchio tutte le singole parole utilizzate all’interno dei testi, colorate con un gradiente che varia dal grigio al rosso in base alla frequenza di utilizzo e tanto più grandi quanto lo è la loro lunghezza in caratteri.
Passando col cursore sopra il titolo delle singole canzoni scatta un highlight che ne mette in evidenza il grado di originalità (parole uniche in relazione al totale delle parole utilizzate) e che mostra quali siano le parole presenti nella “nuvola” delle parole più usate (con almeno quattro lettere) per i sei titoli presi in esame.
Scritte in periodi diversi, le sei canzoni hanno peculiarità differenti dal punto di vista dei testi, già a partire dalla lunghezza in termini di parole.
La super hit degli Wham “Last Christmas” con le sue 346 parole figura prima per distacco seguita dall’intramontabile “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey (303) e dal grande classico per eccellenza “Jingle Bells” (292).
Dando poi uno sguardo alla distribuzione delle parole all’interno dei testi, si nota come ci siano alcuni blocchi ripetuti più e più volte, evidenziati appunto dai marker circolari in toni di rosso, e che molto spesso costituiscono parte integrante del ritornello; basti pensare al “Jingle bells, jingle bells, jingle all the way” che viene insegnato nelle scuole a tutti i bambini anche per la sua semplicità.
Se si considera la ripetizione delle parole utilizzate, al variare della lunghezza dei testi e considerando attendibile il calcolo dell’originalità dei brani – inteso come numero di parole uniche rapportato a quello del numero totale di vocaboli utilizzati – emerge che il successo di George Michael & Co è il meno originale tra tutti i sei analizzati.
A fronte delle 346 parole presenti nel testo, ce ne sono solo 101 diverse, pari al 29,2% di originalità secondo il nostro calcolo, mentre “Jingle bell rock” guida la graduatoria con il 48,2% (53/110), precedendo “It’s beginning to look a lot like Christmas” (43,7%) e “Let it snow” (42%), unici brani a superare la soglia del 40%.
Tra i termini più gettonati invece, avendo escluso dalla “word cloud” tutto ciò che è composto da tre lettere o meno (al fine di evitare la maggior parte di articoli e pronomi personali), fatta eccezione per il protagonista assoluto del momento, “Christmas” appunto, sono tre le parole che appaiono più spesso nei testi.
“Jingle” pur essendo menzionata solamente in due canzoni (“Jingle bells” e “Jingle bell rock”) compare ben 42 volte, mentre “Bells” viene utilizzata in quattro dei sei brani analizzati e tocca quota 23, chiudendo infine con “Snow” che si ferma a sole quindici occorrenze distribuite anch’essa su quattro titoli.