Forse con il 2018 appena concluso le cose andranno meglio, ma per sapere com’è andata bisognerà aspettare un po’ che arrivino i numeri. Intanto però per il cinema il 2017 non è stato esattamente il migliore degli anni: secondo il rapporto dell’ANEC lombarda (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) calano sia spettatori che incassi.
La spesa totale degli italiani per il cinema non è a un picco negativo negli ultimi tempi, ma quasi, ed è scesa sotto la soglia dei 600 milioni di euro come aveva già fatto in altri anni non felicissimi come 2014 e 2008.
Guardare a quanti sono gli spettatori ci aiuta invece a mettere meglio questi numeri in prospettiva. Certamente le notizie non sono buone, ma per quanto bassi i valori restano comunque vicini ai 100 milioni di spettatori annuali – una cifra intorno alla quale si muove il cinema italiano dall’inizio degli anni ‘90.
Il periodo d’oro è stato, in effetti, quello del secondo dopoguerra – quando ancora la televisione non era diffusa nelle case delle famiglie. Allora le persone che si recavano al cinema erano anche sette o otto volte quelle di oggi, ed esso rappresentava senza dubbio una delle principali fonti d’intrattenimento.
Dall’inizio degli anni ‘70 è però cominciato un calo a picco, durato circa due decenni, che si è arrestato ormai grosso modo 25 anni fa. Da allora ci sono stati senza dubbio alti e bassi, ma nessun movimento rapido quanto nel periodo precedente.
Per misurare la temperatura del settore, due fra gli indicatori più interessanti sono da un alto il costo dei biglietti, dall’altro la frequenza con cui le persone vanno al cinema. Il primo non è cambiato poi moltissimo da una decina d’anni a questa parte, e in media vale poco più di sei euro. Certo rispetto al 2008 ogni volta che guardiamo un film dobbiamo tirare fuori una trentina di centesimi in più, ma da allora i prezzi sono anche aumentati in generale – per tanti e beni e servizi.
Confrontando le due cose, viene fuori che in effetti il costo di un biglietto è cresciuto meno dell’indice dei prezzi al consumo, e quindi in un certo senso oggi andare al cinema è più economico di un tempo.
La frequenza con cui gli italiani vanno al cinema cambia abbastanza, non proprio a sorpresa, di anno in anno. Da un 2010 in cui le persone erano andate a vedere film un filo meno di volte l’anno, in media, arriviamo a un 2017 più deludente dove questo numero cala fino ad arrivare a 1,6 volte.
L’ultima curiosità riguarda una separazione che ormai va avanti da diverso tempo, e non senza qualche scintilla: quella fra cinema piccoli e multi-sala. Scartabellando fra i numeri del rapporto emerge che nonostante tutto le piccole strutture con una sola sala rappresentano comunque la fetta più ampia del totale in Italia.
Eppure il loro impatto economico non per forza rispecchia questa distribuzione. Il rapporto presenta i soli dati relativi alla Lombardia, per cui non è detto anche a livello nazionale sia lo stesso, ma almeno in quella regione i grandi cinema da sette sale o più attirano circa il 60% degli spettatori (e degli incassi) – pur essendo appena il 13% delle strutture totali.