La nuova mappa dei social network più popolari per nazione non presenta grandi novità rispetto a dodici mesi fa. Lo sostiene Vincenzo Cosenza, esperto italiano di social media che ogni anno da qualche anno raccoglie i dati pubblici dei principali social network attraverso la piattaforma Alexa e SimilarWeb realizzando mappe e grafici.
Facebook – si legge nel suo blog – ha continuato a crescere superando i 2,3 miliardi di utenti mensili, di cui 1,5 connessi almeno una volta al giorno. Oggi è il social network preferito in 153 dei 167 paesi analizzati, pari al 92% del globo terracqueo.
A un anno dallo scandalo di Cambridge Analytica sembra non sia cambiato nulla. O poco. Eppure, la stampa mondiale si è divertita non poco a tartassare la squadra di Zuckerberg. Alcune inchieste hanno rivelato altre presunte falle nel sistema di Fb. Ma la sensazione, anche a guardare l’ultima trimestrale e l’andamento di Borsa è che le violazioni non interessino più di tanto. Negli Stati Uniti secondo una ricerca condotta da Pew Research su quasi mille utenti di Facebook, tre persone su quattro non sono ancora a conoscenza di come funziona l’algoritmo di Facebook, ovvero che la piattaforma classifica i propri utenti per interesse, credo politico e affinità etniche, offrendo sulla base di questi dati un elenco di possibili pagine o gruppi di interesse. Anzi, come precisato su Info Data una volta spiegato loro che le cose stanno così, la metà degli intervistati non si sente a proprio agio con questo aspetto, ma a questa presa d’atto non segue quasi mai una reazione pratica, come per esempio cancellarsi dal social. Alla domanda “pensi che sia semplice per Facebook comprendere le tue inclinazioni e i tuoi interesse sulla base di quello che condividi?” la maggior parte degli intervistati risponde affermativamente. L’84% degli utenti dichiara che sarebbe molto o abbastanza facile per queste piattaforme determinare la propria razza o etnia e il 79% i loro hobby e interessi, il 71% risponde che non è difficile per Facebook capire la loro appartenenza politica, e il 65% dice lo stesso circa le proprie convinzioni religiose.
Se l’americano quindi sembra impermeabile ai temi della privacy, più complicato è capire cosa accade nei Paesi dell’ex Unione Sovietica o in India dove Zuck non è visto ben volentieri. Quanto agli ex Stati comunisti nell’ultimo anno Facebook è riuscito a sottrarre anche alcuni territori (Azerbaijan, Georgia, Moldova) a Odnoklassniki, uno dei due social dominanti nei territori dell’ex Unione Sovietica. “Questo – scrive Cosenza – potrebbe essere il segnale che quelle popolazioni sono pronte per il network di Zuckerberg e che dunque il prossimo a capitolare potrebbe essere VKontakte”.
Alzando lo sguardo e comprendendo nell’analisi anche Instagram si assiste a una accelerazione senza precedenti. Nelle 58 nazioni analizzate nell’ultimo anno il social mobile ha raddoppiato la sua presenza distanziando gli altri sfidanti. Con il suo miliardo di utenti oggi è al secondo posto in 44 paesi, mentre Twitter resiste solo in 9 (tra cui Spagna, Irlanda, Arabia Saudita) e Reddit solo in Canada, Nuova Zelanda, Norvegia