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cronaca

Chi vincerà gli Oscar. Le previsioni di FiveThirtyEight

La 91ª edizione della cerimonia degli Academy Awards, anche conosciuti come gli Oscar, si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles nella notte italiana tra il 24 e il 25 febbraio. Qui trovate il dossier del Sole 24 Ore.com. Non ci sarà il presentatore delle scorse due edizioni, Jimmy Kimmel. O meglio, non ci sarà alcun presentatore ufficiale. Una situazione mai verificatasi negli ultimi 30 anni di Academy Awards. Dopo la rinuncia di Kevin Hart in seguito alle polemiche generatesi per via di alcune frasi omofobe che l’attore aveva pubblicato su Twitter nove anni prima, nessun nuovo presentatore è stato scelto per annunciare i vincitori.

A contendersi le statuette ci saranno i candidati annunciati lo scorso 22 gennaio. I film con più nomination, dieci a testa, sono stati Roma e The Favourite. Due pellicole che si contendono anche l’ambito premio di miglior film. Cuarón ha già collezionato negli anni scorsi nomination per Y tu mamá también e I figli degli uomini, portando a casa due Oscar tecnici per Gravity. Una sua vittoria porterebbe avanti lo straordinario filotto messicano degli ultimi anni, dopo Iñárritu e del Toro. Aggiungiamo una curiosità su Roma: è il primo film Netflix a essere candidato agli Oscar.

Dalla parte di Cuarón c’è anche la nostra Mostra del Cinema di Venezia. Negli ultimi anni tutti gli Oscar come miglior film sono passati dal Lido. La forma dell’acqua, Il caso Spotlight, Birdman e ora Roma, Leone d’oro 2018.

Roma porterà a casa l’ambita statuetta come miglior film? Noi di InfoData abbiamo provato a predire i risultati di questa 91esima edizione degli Academy Awards, concentrandoci sulle categorie più importanti. Come già avevamo fatto lo scorso anno, indovinando tutti i pronostici. Metodo o fortuna, ci riproviamo. Partendo da una carrellata dei candidati come miglior film e dalle nomination e premi pre-Oscar vinti nelle categorie che analizzeremo.

Metodologia

Come ogni anno, a precedere gli Academy Awards esiste un numero considerevole di altri premi, da sempre importanti per poter azzardare una previsione sulle statuette degli Oscar. L’analisi è partita da questo presupposto per tentare di anticipare quali potrebbero essere i papabili vincitori. Un’analisi che quest’anno presenta una criticità in più. Quella dei Satellite Awards, che dall’attuale edizione hanno diviso i premi come miglior film, miglior attore e miglior attrice nelle due sottocategorie, comedy e drama.

I premi scelti per l’analisi sono:

Nella categoria miglior film: British Academy, Directors Guild of America, Golden Globe, National Board Review, Producers Guild of America, Satellite Award, Screen Actor Guild, Writers Guild.

Nella categoria miglior regista: British Academy, Directors Guild of America, Golden Globe, Satellite Award, Screen Actor Guild.

Nella categoria miglior attore/attrice: British Academy, Golden Globe, National Board of Review, Satellite Award, Screen Actor Guild.

Le probabilità di vittoria per ogni premio è stata calcolata sulla base della metodologia descritta da Nate Silver di FiveThirtyEight, leggermente modificata. La percentuale calcolata si basa sulla capacità storica degli altri premi di predire il vincitore dell’Oscar nel corso degli ultimi 26 anni. Il primo dei parametri presi in considerazione.

Un secondo aspetto da tenere presente è la possibilità che, lavorando come professionisti nel mondo del cinema, alcuni membri della Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che gestisce gli Oscar, possano, con buona probabilità, far parte anche di un’altra associazione. Potrebbero essere contemporaneamente membri del Directors Guild of America, o della British Academy of Film and Television Arts. Quei gruppi, nel momento dell’assegnazione dei premi, inviano le schede a i loro membri, proprio come fa l’Academy. Le probabilità che personalità del cinema aderenti a più gruppi votino nello stesso modo anche agli Oscar diventa dunque molto più alta, di conseguenza il risultato più attendibile in ottica Academy Awards.

Il calcolo parte dunque da questi due importanti aspetti. Il parametro di accuratezza storico viene elevato al quadrato e, nel caso si verifichi una sovrapposizione di appartenenza come descritto nel precedente paragrafo, moltiplicato per 2. Questo punteggio, calcolato per ogni premio preso in considerazione, viene assegnato al vincitore. 1/5 della cifra sarà invece aggiunta alla somma per chi ha ricevuto una nomination. Una volta sommati tutti i valori i punteggi sono stati normalizzati in percentuale.

Chi vince gli Oscar?

 

 

Cerchiamo delle risposte nelle nostre analisi. Roma è la pellicola in vantaggio nella corsa a miglior film, con il 27.3% di probabilità di vittoria. Lo scorso anno The Shape of Water raccoglieva il 33.5%, non solo per le 13 nomination agli Oscar, ma soprattutto delle vittorie ai Directors Guild of America e Producers Guild of America, i premi con la più alta accuratezza storica negli ultimi 25 anni. La lotta quest’anno sembra più serrata. Se i Directors Guild of America sono andati proprio a Roma, Green Book ha conquistato i giudici dei Producer Guild of America. Roma ha però aggiunto in bacheca anche i British Awards, che portano in dote la buona accuratezza storica del 46%. Green Book è oltretutto circondato di polemiche perché, pur parlando di razzismo contro i neri, non ha sempre incontrato il favore della comunità afroamericana. Tra i concorrenti ha poi BlacKkKlansman, che affronta il tema dalla cinepresa di Spike Lee e incontrando il favore della comunità nera.

Aggiungiamoci però la solita buona dose di incertezza. Due anni fa La La Land aveva, secondo le nostre analisi, il 37.43% di possibilità, contro il 13.49% di Manchester by the sea e il 13.19% di Moonlight.C

Sulla scia del compatriota Del Toro, Alfonso Cuarón e il suo Roma sono inoltre favoritissimi per il premio alla regia, raccogliendo un 68.2% dovuto ai premi messi in bacheca: British Academy, Director Guild of America, Golden Globe e Satellite Award. Numeri che significano una quasi certezza di vittoria. Spike Lee, secondo ma distanziato, punta a essere il primo afroamericano a stringere questa statuetta.

Veniamo agli Oscar al maschile. Miglior attore protagonista e non protagonista sembrano ben avviati verso le mani di Rami Malek e Mahershala Ali, considerando le percentuali superiori al 50%. Il primo è riportato in vita Freddy Mercury in Bohemian Rhapsody, sicuramente una delle pellicole che hanno raccolto maggior successo quest’anno. Mahershala Ali, che stiamo vedendo protagonista nella serie True Detective, è invece l’attore non protagonista di Green Book. Il film di Peter Farrelly racconta l’amicizia tra un buttafuori italoamericano (Viggo Mortensen) e il pianista afroamericano Don Shirley (Mahershala Ali) nell’America negli anni sessanta, ispirandosi alla storia vera di Tony Lip.

Continuiamo con la sfida tra le grandi attrici. Tra le donne Glenn Close è la favorita, dopo aver superato le colleghe ai Golden Globes (drama), Satellite Awards (drama) e Screen Actor Guild. I calcoli le assegnano un buon 45.4% di probabilità di conquistare l’ambita statuetta. Attenzione però a Olivia Colman, che insegue al 27.7%. La protagonista di La Favorita parte in svantaggio, nonostante il titolo del film di cui è protagonista. Ha però raccolto consensi ai British Academy, Golden Globes (comedy) e Satellite Awards (comedy) e potrebbe insidiare Glenn Close. Certo è che, con il titolo di attrice più nominata a mai premiata e una grande carriera alle spalle (siamo alla settima nomination agli Oscar), potrebbe ulteriormente spingere la giuria degli Academy a premiare la Close.

Veniamo alla miglior attrice non protagonista. Una categoria dove nessuna si presenta come assoluta favorita. Le attrici di The Favourite, tutte capaci di eccezionali performance, potrebbero farsi competizione a vicenda. Noi puntiamo su Rachel Weisz, in virtù della vittoria ai British Academy. Il 38.8% non può farle dormire sonni tranquilli, con alle costole Regina King, che ha recitato nel film scritto e diretto da Barry Jenkins, If Beale Street Could Talk. A sfidare la Weisz c’è anche la collega Emma Stone, nei panni di Abigail Masham accanto alla duchessa di Marlborough, interpreata da Rachel Weisz, in The Favourite.

Chiudiamo con quello che si preannuncia il grande sconfitto. Nonostante le 8 nomination, potrebbe essere A Star Is Born, che partiva con la speranza di mettere ko tutti. Bradley Cooper ha già visto sfumare la nomination di miglior regista e, con tutta probabilità, non porterà a casa nessuna delle statuetta più importanti.