Nessuno dei governi, negli ultimi anni, ha trovato tanto spazio nei TG del servizio pubblico quanto l’attuale. Ogni volta che un soggetto politico o istituzionale è comparso a parlare direttamente in video nei notiziari Rai, durante i primi sei mesi dell’attuale esecutivo, circa una volta su tre si è trattato proprio di un membro dell’esecutivo.
Lo mostrano le ultime rilevazioni dell’autorità garante per le comunicazioni (AGCOM), che cataloga le apparizioni di politici, istituzioni e altre figure d’interesse in statistiche diffuse al pubblico. Nello specifico, l’indicatore qui considerato è il “tempo di parola”, che conta quanto spazio viene lasciato a chi parla direttamente sul totale delle apparizioni in video.
Troviamo così che in media il 33% del tempo di parola è andato al governo Conte e ai suoi membri, contro valori del 20% del Governo Renzi, simili o leggermente inferiori per i governi Letta e Monti, più vicini ma comunque inferiori rispetto all’ultimo esecutivo Berlusconi nel 2008.
Anche se dai dati Agcom non lo si può dedurre direttamente, è del tutto plausibile che una parte significativa di questo spazio sia stata dedicata al ministro dell’interno Matteo Salvini e alle sue esternazioni.
L’altro lato della medaglia riguarda l’attenzione dedicata al primo ministro Conte. Nessuno, fra Monti, Letta e Renzi era comparso tanto poco nel servizio pubblico, e per trovare numeri simili bisogna tornare ai primi sei mesi dell’ultimo governo Berlusconi, nel 2008.
Da un punto di vista politico, il confronto più interessante è quello fra l’esecutivo attuale e quello guidato da Matteo Renzi. Qui possiamo estendere l’analisi anche ai TG degli altri due principali network televisivi – Mediaset e La7 –, censiti anch’essi da AGCOM.
In ciascuna dei tre gruppi i membri del governo Conte hanno ricevuto più spazio che quelli della squadra di Matteo Renzi. L’aumento appare super pronunciato nel TG La7 di Enrico Mentana e su Mediaset, più modesto in Rai. Il primo è, per parte sua, il notiziario che più fa parlare l’esecutivo in video con un tempo di parola medio di oltre il 40%. Ai tempi di Renzi era il 13%.
Guardando ad altre figure istituzionali il panorama diventa differente. I numeri di premier come Renzi e Conte non sono poi così diversi nel servizio pubblico, ma nei network privati il primo ha goduto di più spazio, in un identico periodo di tempo, e in particolare su La7.
Oltre ai leader, poi, ci sono i partiti. Rispetto al 2014 e dunque ai tempi di Renzi, il cambiamento principale riguarda l’esposizione dei 5 stelle. Nel 2018 essi hanno raggiunto un massimo storico quanto a consenso elettorale, ma in tutti e tre i network televisivi – e nel TG La7 in particolare – il tempo di parola dei membri del movimento appare in netto calo rispetto al passato.
Lo spazio di cui hanno goduto singoli esponenti della Lega appare anch’esso minore che durante il governo Renzi, ma viene ampiamente bilanciato dalla frequenza delle apparizioni di Matteo Salvini.
Un ultimo piccolo esperimento, per provare a fare confronti nel modo giusto, può essere mettere insieme esponenti del governo, presidente del consiglio e membri dei partiti che lo compongono. In questo modo abbiamo una rappresentazione complessiva del peso delle forze di maggioranza nei Tg del servizio pubblico. Facendo così troviamo che governo Renzi e rispettivi partiti hanno superato anche oltre il 70% del tempo totale di parola – numeri superiori rispetto all’attuale.
A questo va aggiunto il periodo di par condicio, durante le elezioni europee di maggio 2014, che per legge obbliga i TG a cercare di fornire pari spazio a tutti e dunque ha ridotto “a forza” l’esposizione dell’esecutivo guidato allora da Matteo Renzi.
Nota metodologica: per l’analisi delle forze complessive dei due esecutivi sono stati considerati i tempi di parola di Movimento 5 Stelle, Lega, membri del governo più presidente del consiglio per il governo Conte. Per il governo Renzi sono inclusi invece: Partito Democratico, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica, Udc, Centro Democratico, Partito Socialista Italiano, membri del governo più presidente del consiglio.