Nel complesso il trend rilevato da Istat nell’ultima nota è positivo: nel 2016 la stima degli investimenti realizzati delle imprese industriali per la protezione dell’ambiente è risultata pari a 1.437 milioni di euro, un +2,3% rispetto al 2015.
Tuttavia questa crescita è stata in realtà positiva solo per le imprese di piccola e media dimensione che hanno registrato un +12,9% sull’anno precedente, per un totale di 36 milioni di euro spesi. Le grandi imprese – con oltre 250 dipendenti – invece hanno investito di meno in questa direzione nell’ultimo anno: 1.123 milioni di euro, quattro milioni in meno dell’anno precedente.
Rimane comunque saldo il fatto che in termini assoluti la quota più consistente degli investimenti proviene dalle aziende di grandi dimensioni. Le imprese con oltre 250 addetti investono in sostenibilità ambientale il 6,7% dei propri investimenti, contro l’1,6% (1,5% nel 2015) delle imprese più piccole. L’intensità degli investimenti per addetto dipende ancora una volta dalla dimensione aziendale. Si passa infatti dai 110 euro per addetto nelle imprese di piccola e media dimensione (erano 98 euro nel 2015) ai 1.171 euro in quelle con oltre 250 addetti (contro i 1.194 euro pro capite nel 2015).
La quota di investimenti fissi lordi destinati alla protezione dell’ambiente si è ridotta nell’industria (3,9% rispetto a 4,1% del 2015) e in misura ancora più contenuta nella manifattura (1,9%, -0,1 punti percentuali).
Gli investimenti possono essere di due tipi: di fine ciclo (end-of-pipe) o orientati all’utilizzo di tecnologie più “pulite” (tecnologia integrata). Le tecnologie “end of pipe” o di fine ciclo agiscono a valle sul trattamento dell’inquinamento, cioè dopo che esso è stato prodotto. Si tratta per esempio degli impianti di abbattimento delle emissioni gassose e gli impianti di trattamento dei reflui biologici.
Nel complesso in un solo anno i proventi investiti in tecnologie integrate sono cresciuti del 12%, mentre quelli rivolti all’end of pipe sono diminuiti del 2%. Sebbene gli investimenti integrati collegati a tecnologie più avanzate siano minori, il trend è infatti in crescita con 481 milioni di euro complessivi investiti nel 2016.
In numero assoluto infatti, sono ancora gli investimenti a valle – gli end of pipe – a farla da padrona con 956 milioni di euro investiti nel 2016, che rappresentano del i due terzi del totale, anche se in calo di 23 milioni (2%) rispetto al 2015.
Il valore medio nominale degli investimenti ambientali per addetto si stima essere pari a 376 euro rispetto ai 373 euro del 2015, con valori medi più elevati per gli investimenti end-of- pipe (250 euro) rispetto a quelli integrati.
Nonostante la contrazione, le imprese più grandi realizzano il 78,1% degli investimenti ambientali complessivi: 76,2% degli investimenti end-of-pipe e l’81,9% di quelli a tecnologia integrata.
Si osserva inoltre che le aziende più piccole investono in proporzione di più nelle tecnologie end of pipe, mentre le grandi aziende distribuiscono maggiormente i propri investimenti anche verso tecnologie integrate.
In continuo calo è la spesa destinata alla gestione dei rifiuti: -5,7% in un solo anno. I rifiuti rappresentano oggi il 5% degli investimenti totali, di cui solo il 2,7% degli investimenti in tecnologie integrate. Il 20% degli investimenti riguarda la protezione di aria e clima, il 33% la gestione delle acque reflue. Il restante 40% si compone di attività di ricerca per l’abbattimento del rumore, per la protezione del paesaggio anche dalle radiazioni.