In generale è più facile arricchirsi se si è lavoratori autonomi. E poi c’è il curioso caso della Valle d’Aosta: dove convivono la più alta percentuale di dipendenti con un reddito inferiore ai 29mila euro e la più alta quota di pensionati che invece guadagnano più di questa cifra. Ecco, in sintesi, quanto emerge dall’analisi dei dati relativi alle dichiarazioni Irpef presentate lo scorso anno, relative cioè a redditi maturati nel 2017, pubblicati dal ministero dell’Economia.
Infodata ha suddiviso lavoratori e pensionati in tre classi di reddito. La prima, considerando che il reddito medio italiano si aggira intorno ai 28mila euro, comprende chi ne ha dichiarati meno di 29mila. Questo perché il Mef utilizza un numero maggiore di classi di reddito, una delle quali va da 26 a 29mila euro. Chi fa parte della fascia inferiore alla media è finito nella parte delle colonne colorata di rosso. Quella verde indica invece i redditi compresi tra i 29mila e i 100mila euro. In quella gialla ci sono invece i contribuenti che hanno dichiarato più di 100mila euro. Ovviamente, le fasce di reddito sono calcolate come percentuale sul totale dei contribuenti della regione di riferimento. E, altrettanto ovviamente, c’è una suddivisione tra dipendenti, autonomi e pensionati, che il lettore può visualizzare utilizzando il filtro posto in alto a sinistra.
Ora, focalizzando l’attenzione sui lavoratori dipendenti, si nota appunto come la situazione peggiore si registri in Valle d’Aosta. Il 94,08% degli assunti dichiarano infatti un reddito inferiore ai 29mila euro annui. Circostanza che forse si spiega col fatto che mancano alcuni dati. Ad esempio, nella fascia tra i 29 ed i 50mila euro non risultano contribuenti.
La regione con una quota più bassa di dipendenti il cui reddito è inferiore alla media nazionale è la Lombardia. Qui solo il 71,02% degli assunti ha dichiarato meno di 29mila euro. Lombardia che segna anche il record di dipendenti con redditi superiori ai 100mila euro: sono il 2,02%, uno ogni cinquanta assunti. Seguono, tornando alle dichiarazioni comprese tra 29 e 100mila euro, la provincia autonoma di Bolzano con il 71,49% e il Lazio con il 72,23%. Regione, quest’ultima, che insieme alla Valle d’Aosta rappresenta un’eccezione al trend che vede la quota di dipendenti con un reddito minore di 29mila euro aumentare nelle regioni del Mezzogiorno.
Meridione d’Italia che presenta anche le quote più alte di redditi da pensione inferiori alla media. In Basilicata l’88,42% di chi riceve ogni mese un assegno dall’Inps ha dichiarato lo scorso anno meno di 29mila euro. La quota più bassa nel Lazio, dove in queste condizioni si trova il 73,54% della popolazione. Per la Valle d’Aosta, dove questa percentuale scende al 48,46%, vale la precisazione di prima: nel dataset ministeriale ci sono parecchi spazi bianchi.
Ora, Aosta e provincia avrebbero anche la quota più alta di pensionati con redditi superiori a 100mila euro, pari al 2,42% del totale. Ma, vista la mancanza di dati, è più opportuno “incoronare” il Lazio. Qui l’1,65% dei pensionati presenta dichiarazioni Irpef con un totale ad almeno sei cifre.
Infine, i lavoratori autonomi. Come si nota facilmente, qui è decisamente più elevata la percentuale di redditi dichiarati superiori ai 100mila euro l’anno. La quota più alta nella provincia autonoma di Bolzano, dove il 28,4% di liberi professionisti ed artigiani hanno incassato più di 100mila euro nel corso del 2017.
Anche in questo caso si nota una tendenza abbastanza definita che vede aumentare la quota di autonomi che hanno dichiarato meno di 29mila euro più alta più ci si sposta verso Sud. Il record spetta alla Calabria, dove il 49,82% degli autonomi ha dichiarato una cifra inferiore alla media. A Bolzano, al contrario, è accaduto solo nel 18,92% dei casi.
In generale, si può dire che sia più facile superare i 100mila euro di reddito se si è lavoratori autonomi. Dato che non stupisce, così come non stupisce che le incidenze maggiori di dichiarazioni inferiori alla media si concentrino nelle regioni del Sud.