Si è parlato molto i giorni scorsi della notizia dei riders di Deliveroo che hanno reso nota la lista delle celebrità che non lasciano mai la mancia. Si è finiti però per focalizzarsi sul dito e forse non abbastanza sulla luna. Fedez, il noto rapper, ha sicuramente ragione quando sottolinea che non è la mancia a rendere più equo il compenso di un lavoratore sottopagato. La domanda di fondo è la medesima che alcuni hanno sollevato in questi giorni a proposito della ricostruzione di Notre Dame: dobbiamo rendere grazie ai grandi mecenati per le nutrite donazioni o invece pretendere una più equa tassazione?
Il vero tema è la distribuzione della ricchezza, e i meccanismi che ne (auto)alimentano la polarizzazione. Una tendenza che va in direzione ostinata e contraria rispetto agli obiettivi di sostenibilità che ci siamo posti (non tutti, certo) da qui al 2030.
A questo proposito a noi di Infodata sembra interessante accostare qualche dato. Le Nazioni Unite lo dicono chiaramente oramai: la disuguaglianza dei redditi è in aumento. Il 10% più ricco del mondo detiene il 40% del reddito globale, mentre il 10% più povero guadagna solo dal 2% al 7%. La disuguaglianza nella crescita della popolazione nei paesi in via di sviluppo è aumentata dell’11%.
La disuguaglianza economica è in gran parte determinata dalla ineguale proprietà del capitale. Dal 1980, in quasi tutti i paesi si sono verificati trasferimenti molto ampi di ricchezza da pubblico a privato. La quota di ricchezza globale dell’1% superiore è stata del 33% nel 2016 (dati UN).
Il caso degli influencer è emblematico, in particolare su Instagram per l’enorme rapidità della crescita dei flussi di followers a fronte di alti tassi di engagement rate. Secondo la Instagram Rich List 2018 di hopper, un solo post della prima influencer del mondo, Kylie Jenner, modella e ora imprenditrice nel settore della cosmesi, vale 1 milione di dollari. Oggi Kylie Jenner è la miliardaria più giovane del mondo, avendo raggiunto tale traguardo a soli 21 anni superando nientemeno che Mark Zuckerberg, ma sempre hopper un anno prima stimava che un suo post valesse “solo” 400 mila dollari. Una foto di Selena Gomez vale 800.000 dollari (550 mila nel 2017), una di Kim Kardashian o di Cristiano Ronaldo 750.000 dollari (rispettivamente 500.000 e 400.000 nel 2017), una di David Beckham 300.000 dollari. Grossa parte dei primi in classifica sono personaggi sportivi (prevalentemente calciatori) o televisivi. La prima italiana a comparire è Chiara Ferragni, al 29 mo posto: ogni sua fotografia vale 19.500 dollari. Molto meno dunque rispetto ai personaggi appena citati, ma al terzo posto assoluto fra gli influencer nel settore moda, tanto che già nel 2017 Forbes l’aveva dichiarata fashion influencer più importante del mondo. Il 30 aprile 2019 i follower di Chiara sono già saliti a 16,4 milioni, contro i 13,3 milioni del 2018 a cui si riferisce la classifica appena citata.
Nel frattempo nel 2015 un abitante della Terra su 10 – 736 milioni di persone – vive con meno di 1,90 dollari al giorno. E nonostante il declino della povertà estrema sia costante dal 1990, negli ultimi anni questa decrescita sembra essere rallentata.
“Pubblicità, come si è sempre fatto dai tempi delle top model” si dirà. In parte è così, ma non si può non constatare che il pubblico pagante, che grazie ai social è diventato pubblico solo cliccante, nella maggior parte dei casi non potrà permettersi i contenuti che “lika”, “lovva”, condivide con altri utenti simili a lui. Un dato: nel 2017 Istat stima che il 28,9% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o di esclusione sociale e un terzo di essi in condizioni di grave deprivazione materiale.
Si stima che il matrimonio di Chiara Ferragni e Fedez abbia generato grazie al web un introito complessivo pari a 67 milioni di dollari, fra post, articoli, video. Secondo quanto riportava Rosanna Ryan su Launchmetrics , ad aver guadagnato più di tutti è stato Dior, il marchio scelto dalla sposa per l’abito. Si calcola un Media Impact Value (l’algoritmo di Launchmetrics che misura il valore di una singola citazione calcolando il costo che avrebbe quello spazio in termine di pubblicità) di 5,2 milioni di dollari, di cui 1,6 milioni di dollari grazie ai post – spiega l’azienda. Prada, brand scelto per il cocktail dress della sera prima avrebbe toccato quota 1.8 milioni di dollari in termini di MIV, grazie a 1,5 milioni di nostri clic.