Contributo a cura di Prometeia Associazione, think tank macro della società di consulenza Prometeia (www.prometeia.it/atlante).
Le importazioni americane di auto rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale USA secondo il dipartimento del Commercio americano. Ora Trump è autorizzato a imporre dazi verso gli esportatori, che potrebbero avere effetti molto rilevanti anche su molti altri paesi coinvolti nella catena del valore.
Il grafico di sinistra raccoglie per ogni colore le esportazioni di auto e componenti di un paese verso gli USA e la scomposizione per paese di origine del valore aggiunto che incorporano. È evidente che la maggior parte del valore aggiunto delle auto importate dagli USA viene prodotto nel mercato domestico di ciascun paese esportatore ma una quota significativa è prodotta in altri paesi.
In Europa, la Germania ha la quota di produzione domestica più elevata (38 mld $), circa il 77%; ovvero, quasi un quarto di quanto esportato viene realizzato in altri stati. Per la UE (non rappresentata nel grafico come insieme), intorno all’85% del valore aggiunto è prodotto all’interno dell’area e quindi un 15% è di origine extra-Ue; di questo una parte consistente è proprio di origine USA.
Nel grafico di destra si estende lo sguardo al complesso mondiale delle esportazioni di auto e parti negli USA: gli Stati Uniti forniscono circa il 12% del valore aggiunto delle auto che importano. Per avere un punto di riferimento, nel 2015 si poteva quantificare in circa 51 miliardi di dollari la parte di valore aggiunto Usa che sarebbe stato “auto-daziato” in caso di una tariffa verso tutti i partner, cioè un ammontare analogo a quello esportato dalla Germania (49.8 mld $, per l’Italia si tratterebbe di circa 7 mld $).