Una ricerca pubblicata in questi giorni sulla prestigiosa rivista medica The Lancet Psychiatry suggerisce una connessione fra il consumo forte e quotidiano di cannabis e più alti tassi di incidenza di psicosi, in molti paesi europei e in Brasile. Fumare cannabis ogni giorno produrrebbe un rischio fino a cinque volte maggiore di sviluppare un disturbo psicotico rispetto a chi non fa uso di questa sostanza.
Nel complesso un nuovo caso di disturbo psicotico su cinque in tutte le città esaminate avrebbe potuto essere prevenuto se l’uso quotidiano di cannabis fosse stato abolito.
Attenzione però: se è vero che l’uso di cannabis sembra essere associato ad un aumentato rischio di un successivo disturbo psicotico, non è tuttavia chiaro da questo studio se ciò determini un aumento dell’ incidenza del disturbo.
Gli autori dello studio hanno valutato 11 studi pubblicati dal 2010 al 2015, che nel complesso hanno coinvolto 901 persone in più città europee, a cui era stato diagnosticato almeno un episodio di psicosi. I ricercatori hanno quindi chiesto ai soggetti se avevano mai fatto uso di cannabis, quando avevano iniziato ad usarla, quanto spesso la consumavano e quale tipo di prodotto hanno fumato, suddividendo questi ultimi in due categorie: prodotti a bassa potenza (THC <10%) e alta potenza (THC ≥10%).
È emerso che le persone che fumavano marijuana ogni giorno avevano tre volte più probabilità di avere un episodio psicotico di coloro che non avevano mai assunto cannabis. Il gruppo di controllo era composto da 1.200 persone senza una pregressa esperienza di psicosi. Inoltre, tale rischio risulta aumentato tra coloro che avevano iniziato a fumare da adolescenti e fra chi fuma da tempo cannabis ad alta potenza, cioè con oltre il 10% di THC.
La concentrazione di THC è un aspetto cruciale dal punto di vista delle conseguenze sanitarie. Negli ultimi quarant’anni si è passati dal 5% a oltre il 60% di THC per le varietà di erba più forti.
Le città dove la correlazione emerge con più veemenza sono risultate nell’ordine Amsterdam e Londra Oltre la metà dei casi di psicosi nella capitale olandese sarebbero correlati con il consumo quotidiano di cannabis ad alta potenza, così come il 30% delle psicosi fra gli inglesi. Nei Paesi Bassi, il contenuto di THC raggiunge il 67% nel cosiddetto Nederhash, l’hashish prodotto in Olanda, il 22% nella Nederwiet, l’erba olandese mentre la varietà Skunk ha un contenuto medio di THC del 14% e rappresenta il 94% del mercato di cannabis di Londra.
Alcuni dati riguardano anche l’Italia, in particolare Bologna e Palermo. La buona notizia è che Bologna mostra i tassi più bassi sia nell’uso quotidiano di cannabis che di prodotti alta potenza. Solo 3 dei 65 controlli effettuati a Bologna fumava quotidianamente, e solo il 2% assumeva cannabis ad alta potenza. Per fare un paragone ad Amsterdam la percentuale di questi ultimi utilizzatori è del 50%.
Questi dati sono vanno sicuramente trattati con cautela. Lo studio non è in grado di valutare se i soggetti con più probabilità di esprimere sintomi psicotici possiedono una vulnerabilità o predisposizione condivisa sia all’uso di cannabis. In altre parole, è possibile che le persone che sono più predisposte ai sintomi della psicosi possano trovare “conforto” dalla marijuana.
Un altro studio del 2017 della National Academy of Science, Engineering and Medicine aveva evidenziato un link tra marijuana e psicosi, sebbene gli autori fossero attenti nell’osservare che questo legame dipendeva in gran parte dal dosaggio e dal fatto che alcune persone più inclini a sintomi di psicosi potrebbero essere più propensi a fumare più marijuana, piuttosto che il contrario.
Inoltre, i soggetti dello studio erano basati in città europee dove nonostante la disponibilità di cannabis ad alta potenza, la vendita rimane comune illegale, e dal mercato nero non c’è modo di sapere se la cannabis contiene contaminanti come pesticidi o muffe.