Qui su Infodata riproponiamo la simulazione d’impatto dei tagli elaborata per il Sole 24 Ore da Antonietta Mundo, attuario, ex capo del Coordinamento statistico Inps e autrice con l’economista Alessandra Del Boca di un libro sulla previdenza che l’anno scorso ha fatto molto discutere («L’inganno generazionale»; Ed. Egea). Lo avevamo già fatto sul Sole del lunedì del 25 marzo ma la ricchezza delle tabelle vale una riproposizione grafica.
Ex dirigenti pubblici e privati, diplomatici, magistrati, professori universitari, imprenditori. Sono poco più di 24mila i pensionati abbienti (sopra i 100mila euro lordi l’anno) che in questi giorni stanno facendo i conti con il taglio voluto dal governo gialloverde «per favorire l’equità del sistema previdenziale». La sforbiciata Inps scatta i primi di giugno, subito dopo il voto europeo come già raccontato sul Sole24Ore nei giorni scorsi. E se dopo la pubblicazione della circolare applicativa Inps s’è aperto il dibattito tecnico sulla tenuta o meno dello scudo salva-assegno per chi ha effettuato un cumulo con versamenti in gestione separata, è certissimo invece che quello scudo funzionerà per chi ha una pensione in totalizzazione, ovvero interamente a calcolo contributivo.
Intanto gli interessanti, oltre a calcolare l’impatto del prelievo che si protrarrà per 5 anni su 13 mensilità, hanno già dato mandato ai migliori studi legali d’Italia per chiedere ai giudici delle leggi se la norma è in regola con la Costituzione. Vedremo con quali risultati (ed eventuali costi) per le casse dello Stato.
Prendiamo il caso di una pensione da 120mila euro lordi: il taglio vale quest’anno 1.710 euro al netto dell’Irpef e senza tener conto delle minori trattenute per addizionali regionali e comunali. Il prelievo di giugno dovrebbe aggirarsi in questo caso attorno ai 131,5 euro. Il conguaglio dei primi 5 mesi dell’anno verrà effettuato con gradualità nei prossimi tre mesi tra giugno e agosto. La fascia di frequenza più alta di questi pensionati “d’oro” è tra 120 e 140mila euro.
La riduzione media annua del reddito pensionistico oscillerà dall’1,36% per la fascia da 110mila euro e salirà al 24% per i pochissimi che si collocano sopra la soglia dei 500mila euro lordi. Considerando che stiamo parlando di contribuenti con l’Irpef al 43%, è come se nei prossimi cinque anni, solo per questi redditi, l’Irpef salisse dal 44,3% fino al 67%.
Il prelievo vale per le pensioni superiori ai 100mila euro lordi a calcolo retributivo o misto, è su cinque aliquote marginali che vanno dal 15% al 40% e garantisce risparmi, al netto delle fiscalità, appena superiori ai 415 milioni di euro in termini cumulati, meno del 5% di quanto si spenderà nel prossimo triennio per pagare “quota 100”.