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politica

I quattro volti e i quattro colori dell’Italia post-elezioni europee

Oltre 6000 comuni hanno scelto la Lega come primo partito. Questa tornata di elezioni europee ha visto trionfare Matteo Salvini lungo tutto lo stivale. Un risultato storico e imprevedibile solo un anno fa. Le elezioni generali avevano colorato di verde oltre 3200 comuni italiani, pur basandosi in buona parte sul peso specifico del Nord. In Lombardia la Lega era il primo dei quattro partiti in 1325 comuni, in Piemonte in 773, in Veneto 541. Oggi l’esplosione leghista è molto più pervasiva ed è uscita definitivamente dal suo habitat, trasformando la creatura partorita da Umberto Bossi in un vero partito di massa.

Nella grafica abbiamo raccolto i risultati della tornata elettorale. Come lo scorso anno siamo andati alla ricerca di 4 Italie. Quella della Lega, del Movimento, del Partito Democratico e di Forza Italia. Partendo da queste considerazioni e sfruttando il lavoro Giorgio Comai (OBCT/EDJNet) per la raccolta dati. Le informazioni contenute nella grafica si concentrano sulle performance dei quattro partiti principali in ognuno degli oltre 7mila comuni italiani. La quattro mappe nella parte alta della grafica mostrano la distribuzione del voto di Lega, Movimento, Partito Democratico e Forza Italia. La mappa nella parte bassa è invece colorata in base al partito che tra i quattro ha preso la percentuale più alta, comune per comune.
NB: La mappa non tiene in considerazione altri partiti più piccoli. Non tutti i comuni visualizzati hanno realmente avuto come primo partito uno dei quattro principali. È il caso, ad esempio, del Trentino, dove la Südtiroler Volkspartei ha ottenuto grandi risultati, ma non è considerato nella visualizzazione.
Accanto, ogni piccolo pallino rappresenta un comune. È possibile evidenziare i risultati dei 4 partiti su tutta la visualizzazione cliccando sulle icone dei suoi leader. Il menù a sinistra permette di scendere nel dettaglio, filtrando il dato per regione e provincia.

La Lega di Salvini è riuscita a quintuplicare i voti rispetto alle scorse europee. Nel 2014 si era fermata al 6,2%. Oggi è il primo partito d’Italia col 34,3%. Un successo che non è più dovuto solo alla forte spinta territoriale che il Carroccio ha sempre ricevuto dal Nord. I risultati al Centro e nel Sud continuano a migliorare. Basta dare uno sguardo alle mappe per capire a colpo d’occhio quanto sia pervasiva l’influenza leghista sulla penisola rispetto a un anno fa.

Già lo scorso anno Matteo Salvini aveva ottenuto ottimi risultati. Il Movimento 5 Stelle era però il partito con la percentuale più alta nel numero maggiore di comuni, sfondando letteralmente nel Mezzogiorno. Nonostante tutto Salvini era riuscito a conquistare la maggioranza dei voti anche molto a sud. In Sicilia era primo dei quattro a Limina, Motta Camastra e Graniti, dove superava il 35%.
Il Movimento si conferma nel meridione, pur perdendo oltre 4 punti percentuali rispetto alle scorse europee. Molise, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia restano comunque regioni a maggioranza pentastellata. Eppure le mappe mostrano il moltiplicarsi di aree verdi anche scendendo lo stivale.


Le politiche 2018 avevano colorato di verde solo 7 comuni tra le regioni del sud. Oggi sono ben 478, disseminati su tutte le regioni. Anche il punto più a sud d’Italia, l’isola di Lampedusa, si è colorata di verde. Lo scorso anno il Movimento aveva raccolto il 42.3%, la Lega solo il 14.6%. Situazione totalmente ribaltata per quanto riguarda le elezioni europee. Il Carroccio raggiunge il 45.8%, contro il 16.8% del Movimento, sceso alla posizione di terzo partito alle spalle del Pd. Un luogo dove la questione migranti è ogni giorno al centro del dibattito.
L’espansione leghista non si ferma però al Sud. Supera il Tirreno e sbarca sulle coste sarde. Da 0 a 214 in un solo anno. Nessun comune registrava Lega primo partito alle politiche. Oggi la Sardegna è quasi completamente verde.
Mentre Forza Italia fa fatica ed è incalzata a soli due punti percentuali da Fratelli d’Italia, il Partito Democratico esce dal torpore delle ultime politiche e riprende ossigeno. Il Pd, riacquistato finalmente un segretario legittimato, cresce rispetto allo scorso anno. Vero che il 22,7% significa 18 punti in meno rispetto alle europee dell’era Renzi. Con Zingaretti al timone del secondo partito italiano sono 558 i comuni color rosso. Cresce al Nord ma non sfonda nelle “Regioni rosse”. Nomenclatura che forse, nel 2019, potrebbe aver fatto il suo tempo.

Alle politiche, come alle europee, la Toscana è la regione più generosa con i democratici. Raggiungono il 33.3% risultando primo partito. Il Pd non resiste nemmeno in Emilia-Romagna, dove deve arrendersi al 33.8% della Lega. Sono invece buoni i risultati al nord. Secondo partito in Piemonte, Liguria, Lombardia, Friuli-Venezia-Giulia e Veneto. Con la conferma di Milano.

 

Il capoluogo lombardo si è trasformato negli ultimi anni in una vera roccaforte democratica. Una trasformazione dovuta al lavoro di Giuliano Pisapia e Giuseppe Sala, succedutisi a Palazzo Marino. Diverso il discorso della capitale. Lo scorso anno Roma era stata giallo 5 Stelle grazie al 30.1% raccolto dal partito guidato da Di Maio. Oggi, complici le difficoltà di Virginia Raggi, probabilmente sotto la spinta di Nicola Zingaretti, il Partito Democratico torna a colorare di rossa la città capitolina. Il 30.6% dei romani ha votato PD. I Cinque Stelle chiudono terzi dietro la Lega. Un partito che si è definitivamente lasciato alle spalle i tempi di Bossi e di “Roma Ladrona”.