Nel 2018 la buona notizia per i neo-laureati è che i loro stipendi sono – in media – cresciuti; la cattiva che per loro è diventato più difficile trovare un posto di lavoro.
Lo mostrano le ultime rilevazioni prodotte da Alma Laurea, consorzio che si occupa di raccogliere statistiche sulla carriera lavorativa delle persone che hanno appena conseguito una laurea e che produce le informazioni più affidabili per capire quando studio e lavoro si incontrano e quando invece non proprio.
Dal 2010 i giovani neo-laureati italiani hanno attraversato in sostanza tre fasi diverse. La prima è stata anche la più difficile, ovvero quella che ha fatto seguito alla grande crisi economica e ha visto calare – anno dopo anno – sia quantità che qualità del lavoro. Per tre anni diminuiscono i neo-laureati che riescono a trovare un impiego tre anni dopo aver conseguito il titolo, e la retribuzione netta media cala di oltre 100 euro al mese.
Arriva poi la ripresa, che spinge verso l’altro entrambi questi elementi ma di sicuro non abbastanza in fretta da riparare agli enormi danni subiti. Quest’ultima fase di crescita si interrompe proprio nel 2018, quando la freccia dell’occupazione s’inverte ancora e vira verso territori negativi – a indicare dunque un po’ meno lavoro dell’anno prima.
Bisogna poi ricordare che in effetti nel tempo i prezzi aumentano a causa dell’inflazione. Così anche se per valore nominale gli stipendi sono oggi maggiori che nel 2010, in realtà essi sono in grado di comprare meno beni e servizi di allora. Il potere d’acquisto dei giovani neo-laureati, per dirla in altre parole, è ancora inferiore rispetto a otto anni fa.
Tutto considerato, i numeri del 2018 ci dicono che tre anni dopo la laurea un giovane italiano guadagna in media 1.344 euro al mese, e lavora l’84% delle volte; o per dirla al contrario più di uno ogni sei non ha ancora trovato un posto.