Da uno studio condotto dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi relativamente alle imprese italiane, classificate secondo i settori tecnologici stilati dall’Ocse, la provincia di Milano conquista il primo posto con più di 6000 aziende attive nei settori ad alta e media tecnologia. I numeri assoluti premiano il capoluogo lombardo, forte anche di un elevato numero di abitanti che potrebbe invece sfavorire province decisamente meno popolate, con tutto quello che ne potrebbe conseguire sul piano dei grandi numeri e dell’economie ad essi legate.
Per questo motivo, abbandonando momentaneamente il solo numero assoluto delle attività, pur rimanendo fedeli alla classificazione che segmenta le imprese sulla base di quattro macro categorie dettate dal livello di tecnologia utilizzato (alto, medio alto, medio basso e basso), è interessante vedere come ogni singola provincia sia rappresentata a livello percentuale in funzione delle quattro suddette macro categorie.
Prescindendo così dai meri numeri assoluti che renderebbero poco paragonabili realtà quantitativamente diverse, ci si potrà concentrare su quali siano le zone italiane più caratterizzate da uno specifico livello tecnologico.
Nell’infografica che segue, selezionando un livello di tecnologia, è possibile osservare la percentuale rappresentativa di ogni provincia che è colorata con un gradiente che spazia dal giallo al viola al crescere del valore percentuale.
Nel grafico a sviluppo orizzontale, viene proposta anche la distribuzione regionale in cui, in alcuni casi, è possibile trovare valori cosiddetti outlier che non rientrano all’interno del range interquantile.
In aggiunta, cliccando sul nome della regione, sarà possibile zoomare la mappa ingrandendo le relative province per una visione più puntuale.
Partendo come spesso si è soliti fare, vale a dire “dall’alto”, Milano si conferma al primo posto con il 6,3% delle imprese caratterizzato appunto da un alto livello di tecnologia, seguita poi da Trieste (5,7%) e Roma (4,6%) che la spunta di pochissimo sulle inseguitrici Bologna e Torino, entrambe appaiate a 4,5%.
Stranamente non è la Lombardia la regione più rappresentativa dell’alta tecnologia visto che, nell’ordine con cui si presentano le regioni basate sulla media dei valori provinciali, è preceduta da Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lazio.
Come si nota dal grafico, anche se Milano è decisamente un outlier in senso positivo, la seconda provincia lombarda, Monza Brianza (3,8%) non basta per fare da contro altare alle altre tre province sotto i due punti percentuali (Mantova, Cremona e Sondrio).
Tra i fanalini di coda nazionali sul fronte dell’alta tecnologia, c’è una curiosità geografica che vede la Valle d’Aosta ultima, subito a ridosso delle tre regioni più “meridionali”, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Spostandosi sul livello medio alto, lieve inversione di tendenza a livello regionale con l’Emilia Romagna sopra Friuli Venezia Giulia e Lombardia, mentre entrando nel dettaglio provinciale, Gorizia figura prima assoluta con il 23,7% delle imprese pur rimanendo all’interno della distribuzione interquantile, diversamente da quanto accade invece per Sondrio (6,5%) ed Enna (2,7%) che restano al di fuori dei rispettivi “trend” regionali essendo piuttosto distaccate dal resto delle altre province.
Il livello medio basso è degno di nota principalmente per via del caso toscano in cui Massa Carrara (43%) e Prato (4,2%) rappresentano rispettivamente il valore più alto e quello più basso sull’intero panorama nazionale, confluendo così su una distribuzione regionale che ricopre tutto lo spettro dei dati esaminati, a differenza di alcune regioni in cui i valori per questo settore tecnologico sono raccolti in un intervallo piuttosto ridotto, come accade per Sardegna, Puglia e Umbria.
Per quanto riguarda infine l’ultimo gradino nella scala della tecnologia, nuovamente la Toscana abbraccia l’intero spettro dei valori percentuali con le due province citate in precedenza questa volta invertite.
E’ infatti Massa Carrara la realtà con il valore percentuale inferiore (40,2%), mentre Prato è prima assoluta con un ben poco incoraggiante 91,8%, distaccando di sei punti pieni la seconda provincia in graduatoria, vale a dire Fermo (85,2%), e di ben quattordici punti la terza (Firenze a quota 77,3%).