Contributo a cura della società di consulenza Prometeia
L’entrata a regime degli investimenti in capacità di liquefazione e rigassificazione operati negli anni passati ha assicurato l’entrata sul mercato di Paesi in precedenza esclusi dal commercio mondiale di gas naturale, storicamente operato su scala regionale.
Questo fenomeno ha preso la piega di un vero e proprio boom nei primi mesi del 2019. L’ondata di arrivi via nave di carichi di gas liquefatto (GNL, relativamente più conveniente rispetto alle forniture «via terra») ha portato alla formazione di ingenti surplus sui principali mercati europei.
L’Italia non è rimasta immune a questo trend: dopo essere scese del 2% circa nel 2018, le importazioni di gas naturale liquefatto sono quasi raddoppiate nei primi 4 mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, a fronte di una riduzione del 5% circa delle importazioni via gasdotto.
L’abbondanza di forniture ha consentito anche all’Italia di beneficiare di una caduta della quotazioni del gas: in maggio 2019 il prezzo al MWh registrato al Punto di Scambio Virtuale è sceso ai minimi dal 2016, il 28% in meno rispetto a quanto osservato un anno fa.