L’Istat stima in 3,7 milioni i lavoratori irregolari, di cui 2,6 occupati come dipendenti. Si tratta, in altri termini, del 15,6% dei lavoratori a tempo pieno. Nel 2016 gli irregolari sono calati leggermente rispetto all’anno precedente, ma in passato essi erano aumentati in misura maggiore.
Tutto sommato, mostrano i numeri dell’istituto, “tra il 2013 e il 2016 il ricorso al lavoro non regolare da parte del sistema economico è aumentato (+6%) in misura maggiore rispetto a quello regolare (+1,5%). L’effetto combinato delle due tendenze ha determinato nel quadriennio una crescita del tasso di irregolarità del sistema economico dal 15,0% al 15,6%”.
Il ricorso al lavoro irregolare è più frequente nei servizi alle persone, nonché – pur se con intensità molto minore – nell’agricoltura, oppure nei servizi di alloggio e ristorazione e nelle costruzioni.
L’economia illegale risulta in crescita nel 2016 soprattutto a causa degli stupefacenti, i cui prezzi – ma non le quantità totali acquistate – secondo l’istituto sono cresciuti; per arrivare a un totale di spesa di 15,3 miliardi.
Molto minore, d’altra parte, la spesa per altre attività la prostituzione o le sigarette di contrabbando, anche comunque nel primo caso i consumi raggiungono i quattro miliardi di euro annui.