La promessa di Matteo Salvini in campagna elettorale era stata di 600mila rimpatri – un enorme aumento rispetto agli anni passati –, eppure nel 2018 i numeri effettivi sono in realtà calati.
Secondo i dati raccolti dall’istituto europeo di statistica, infatti, lo scorso anno in Italia ci sono stati 5.615 rimpatri contro i 7.045 del 2017.
Si tratta di valori reali molto lontani dalle dichiarazioni del ministro, e in effetti non troppo distante dall’attività media di rimpatri nel periodo precedente. I valori italiani, per parte loro, sono in generale inferiori rispetto alle altre principali nazioni europee.
Nel nostro paese risulta minore non solo il numero di persone rimpatriate, ma anche quello di coloro cui viene ordinato di lasciare l’Italia. Prendendo le quattro nazioni più grandi dell’Ue, nel 2018 la nostra è l’unica in cui esse sono state meno di 50mila. Anche tornando più indietro nel tempo – e guardando invece dal 2009 in avanti – le cose non cambiano moltissimo.
In questo la Germania è probabilmente il paese più efficiente, dove più il numero di persone di cui è stata ordinata l’espulsione si avvicina a quelle effettivamente rimpatriate.
Di solito, ci dicono ancora i numeri Eurostat, buona parte dei rimpatri avviene in maniera “forzosa”, e in questo l’Italia non fa eccezione. Poco più di 5mila delle persone rimpatriate nel 2018 rientrano in questo caso, e solo in minima parte si è trattato invece di trasferimenti volontari. Soltanto in Francia, in effetti, questi ultimi rappresentano una parte importante dei rimpatri. Questo di informazione, al momento, non è disponibile anche per la Germania per cui è impossibile fare confronti con tale nazione.