Trentuno anni fa (e cinque mesi fa), il fisico americano Larry Shaw organizzò il primo Pi Day, vale a dire la giornata dedicata al Pi greco. Come mai proprio il 14 marzo, ci si potrebbe chiedere?
In maniera opposta a come siamo abituati a vederla noi italiani (14/3), nell’annotazione americana la data si scrive come 3/14, motivo più che sufficiente per identificare il giorno più rappresentativo di questo numero tanto caro alle discipline scientifiche di qualunque ambito.
Anche noi di Infodata vogliamo celebrare questa ricorrenza e per farlo abbiamo rappresentato una piccola porzione degli infiniti decimali che compongono questa costante, presentati a gruppi di dieci per volta.
Universalmente noto come valore costante che esprime sia il rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del suo diametro, sia l’area di un cerchio a raggio unitario, il Pi greco – prima di essere approssimato scientificamente da Archimede nel terzo secolo avanti Cristo – era già utilizzato da studiosi di diverse civiltà, come i babilonesi e gli egizi che ne avevano dato due stime diverse ma tutto sommato già prossime al valore reale (3,125 per i primi e 3,1605 per i secondi).
Da un punto di vista strettamente numerico, quello che scolasticamente viene ricordato come 3,14 è definito come un numero irrazionale – ossia non esprimibile con una frazione di due numeri interi diversi da 0 – ed anche trascendente, intendendo che non sono soluzioni di equazioni polinomiali a coefficienti interi, ossia non algebrici.
Sono inoltre davvero innumerevoli i campi scientifici in cui il Pi greco trova un’applicazione diretta e non è una sorpresa che sia stato utilizzato per avere una comprensione sempre più approfondita del mondo in cui viviamo e non solo.
Dalla geometria impiegata in architettura per la costruzione di archi, cupole e derivati più o meno moderni, passando per i calcoli necessari alla determinazione delle distanze e dimensioni dei pianeti da parte Copernico e Galileo Galilei, la presenza del Pi greco è stata altrettanto fondamentale per lo studio delle onde nel campo dell’elettromagnetismo grazie al quale possiamo utilizzare molti degli oggetti della nostra quotidianità come cellulari e forni a microonde.
Con la sua lista infinita di decimali che nel corso degli anni continuerà ad aumentare di pari passo con l’avanzare della tecnologia, e soprattutto grazie ad una giornata completamente dedicata che ne amplifica la risonanza al di là dei circoli più “geek”, questa costante è diventata anche protagonista di alcune gare in cui ci si sfida a recitarne i decimali in sequenza, arrivando a prestazioni epiche come quella del giapponese Akira Haraguchi che nel 2011 ha memorizzato e poi riproposto più di centomila cifre.
Le curiosità che orbitano attorno al Pi greco sono davvero molte, ma probabilmente, da un punto di vista scientificamente romantico, il fatto che Albert Einstein sia nato proprio il 14 Marzo (quindi il 3/14) è forse uno dei casi del destino che più difficilmente potrebbero essere spiegati con una semplice formula.
Questa circostanza è ancor più interessante se si considera che, neanche a farlo apposta, l’anno scorso, sempre il 14 Marzo, ci lasciava un altro dei più grandi scienziati dei nostri tempi come Stephen Hawking che sicuramente avrà avuto a sua volta una certa simpatia nei confronti di questo numero tanto infinito a livello di decimali quanto lo era la natura degli argomenti a cui ha dedicato la sua vita.
Articolo pubblicato a marzo 2019