Pane, burro e zucchero fa venire in mente la merenda tipica delle nonne: tre prodotti semplici che non sono mai mancati sulle tavole degli italiani. E sono stati praticamente sempre presenti anche per il paniere Istat, quell’insieme di beni e servizi che determinano l’indice dei prezzi al consumo dell’intera collettività e che permette di stabilire l’inflazione periodica attraverso numerose e capillari rilevazioni da parte dell’istituto di statistica.
Nella top 10 della lunga durata compaiono anche patate, cotone, dentifricio, the, riso, uova e calze da uomo, tutti con più di 25mila giorni nel cestino della spesa virtuale della famiglia tipo italiana.
Ogni anno Istat aggiunge e toglie qualcosa all’elenco: quest’anno è toccato ai frutti di bosco e allo zenzero tra i beni alimentari, alla bicicletta elettrica e ai servizi di scooter sharing per quanto riguarda la mobilità e alla cuffia con microfono, all’hoverboard e alla web TV tra i beni elettronici. La fornitura di energia del mercato libero entra nel paniere così come tavolo e sedia da giardino e mobile da esterno. Infine, probabilmente tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione, entrano nella lista della spesa della famiglia tipo la traversa salvaletto e il pannolone.
Tra i beni che escono dall’elenco vi sono i supporti registrabili (cioé i compact disc vergini) e le lampadine a risparmio energetico.
La categoria dei beni alimentari è quella che pesa maggiormente: il 16,3% del totale è infatti costituito da prodotti di questa tipologia. I trasporti sono al secondo posto con il 14,4% mentre i servizi ricettivi e della ristorazione completano il podio per categorie con l’11,8%.
L’infografica seguente permette di selezionare i prodotti per ciascun anno e vedere il relativo elenco. Ognuno può valutare se i propri consumi rispecchino quelli dell’italiano medio tracciato da Istat. Tra quelli del 2019, ad esempio, si trovano anche ananas, birre analcoliche, corsi di danza, imbarcazioni, rette di asili nido e ingressi in stabilimenti balneari.
Nel 2019 saranno censiti i prezzi di 1.507 i prodotti elementari (erano 1.489 l’anno scorso) raggruppati in 922 prodotti e 407 aggregati di prodotto (404 nel 2018). Nel complesso, le quotazioni di prezzo usate ogni mese per stimare l’inflazione sono circa 6 milioni e provengono dagli uffici comunali di statistica, direttamente dall’Istat, tramite scanner data (verifiche online) e infine dalla base dei prezzi dei carburanti del Mise.
Pubblicato in febbario 2019