Ci sono voluti appena 16 giorni per creare una maggioranza sulla quale, ancora prima di partire per le ferie, nessun italiano avrebbe scommesso un centesimo. Eppure, messi da parte il ‘no’ al “partito di Bibbiano” e gli hashtag #senzadime, Movimento 5 Stelle e Partito democratico hanno trovato la quadra per dar vita al governo Conte II, i cui ministri sono attesi questa mattina al Quirinale per giurare nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Un processo tutto sommato rapido, anzi tra i più rapidi della storia repubblicana. In occasione del giuramento del nuovo esecutivo, in attesa che si presenti alle Camere per ottenere la fiducia, Infodata ha provato a ricostruire gli andamenti delle crisi di governo della storia repubblicana. L’obiettivo quello di capire quali abbiano impiegato più tempo delle altre per essere risolte. Il risultato è rappresentato in questa infografica.
Ogni simbolo rappresenta un governo, ogni colonna un decennio. L’infografica si legge dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra. I rombi indicano un esecutivo che si è formato dopo una tornata elettorale (per questi ultimi tecnicamente sarebbe improprio parlare di crisi, l’auspicio è che i costituzionalisti concedano la licenza poetica), i cerchi quelli che sono nati a seguito di una crisi di quello che li ha preceduti. Il colore indica invece il periodo trascorso dalle dimissioni di un governo, o comunque dal voto di sfiducia, al giuramento di quello successivo.
Come si può vedere dall’infografica, a partire dagli anni ‘60 si attesta la tendenza a vedere crescere i tempi per formare un governo a seguito delle elezioni politiche. Qui, oltre ai tempi necessari per consultazioni e trattative, si aggiungono infatti anche quelli per le elezioni dei presidenti di Camera e Senato. I quali, come da protocollo, sono i primi a salire al Quirinale per conferire con il presidente della Repubblica in vista della formazione del nuovo governo.
Il record spetta a due esecutivi targati centrosinistra. Ovvero il Prodi I entrato in carica nel 1996 e il Letta nominato nel 2013: in entrambi i casi trascorsero ben 128 giorni dalle dimissioni degli esecutivi precedenti (rispettivamente il Dini e il Monti) al giuramento delle nuove compagini di governo. Nel 1996 questo ritardo fu dovuto anche al fatto che Lamberto Dini si dimise nel gennaio 1996 e l’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro indisse le elezioni per l’aprile dello stesso anno.
Più complessa la situazione nel 2013. In questo caso gli oltre quattro mesi necessari alla formazione del governo furono la conseguenza di un esito elettorale che non indicò un vincitore, con l’inquilino del Quirinale Giorgio Napolitano che individuò dieci cosiddetti “saggi” cui chiese di indicare un pacchetto di riforme intorno al quale tentare di costruire una maggioranza parlamentare. Alla fine l’accordo venne trovato tra il centrosinistra e una parte del centrodestra, con l’allora Lega Nord e il Movimento 5 Stelle rimasti all’opposizione.
Più in generale, i dieci governi con i tempi di gestazione più lunghi (intesi come intervallo trascorso tra le dimissioni del precedente e la loro nomina) sono tutti esecutivi nati a seguito di elezioni politiche. Tra questi c’è anche il Conte I, la cui formazione richiese 69 giorni di intense trattative tra le forze politiche prima che Lega e M5S arrivassero a sottoscrivere un contratto di governo sulla base del quale formare l’esecutivo.
Il primo dei governi nati a seguito di una crisi politica è l’Andreotti VI, che giurò nelle mani del presidente Francesco Cossiga il 23 luglio del 1989, ovvero 65 giorni dopo le dimissioni dell’esecutivo presieduto da Ciriaco De Mita.
Per quanto nato da una maggioranza fino a poche settimane fa del tutto improbabile, dunque, il governo Conte II ha avuto un tempo di gestazione tra i più brevi della storia repubblicana. Il tutto al netto di dietrologie e retroscena, dei quali, ovviamente, i dati non fanno cenno.