Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
economia

Sciopero contro il riscaldamento climatico? Misura l’effetto del climate change sull’Italia

Migliaia in piazza in Australia, Thailandia, Indonesia ed India, dando inizio allo ‘sciopero globale’, in vista del summit Onu sul clima, in programma da lunedì a New York. Da oggi fino al 27 settembre la Climate Action Week, settimana di mobilitazione per il clima. Manifestazioni e cortei: saranno 150 i Paesi coinvolti in tutto il mondo. Il clou a New York, dove Greta Thunberg guiderà le manifestazioni. A Berlino, intanto, è stato raggiunto l’accordo sulle misure per la tutela dell’ambiente all’interno della Grosse Koalition. La Sueddeutsche Zeitung scrive che costerà 50 miliardi di euro.  E in Italia? Anche da noi si discute di ambiente. Per esempio una domanda che ci poniamo è capire dove ha colpito in misura maggiore il riscaldamento globale. Risposta?  Soprattutto nel nord Italia e soprattutto negli ultimi anni.

 

Per rappresentare gli effetti della crisi climatica nel nostro Paese, Infodata ha utilizzato i dati relativi alle temperature medie annue raccolte in 55 città italiane dallo European Datajournalism Network e confluite nell’inchiesta Europe 1 degree warmer. Il risultato è quello visualizzato nell’infografica.

 

Ogni riga rappresenta una città, ogni colonna un anno. Le prime sono ordinate secondo la latitudine dall’alto verso il basso, partendo da Bolzano e scendendo fino a Siracusa, le seconde in ordine cronologico dal 1900 al 2018. Detto in altre parole, i punti in alto a destra rappresentano la situazione negli ultimi anni nelle città del Nord. Il filtro permette di visualizzare i dati relativi alle città di una singola regione.

 

Nel tentativo di normalizzare i dati consentendo di confrontare realtà in cui le temperature medie annuali non superano i 10 gradi con altre in cui ci si avvicina ai 20, Infodata ha individuato per ciascuna città l’anno più freddo (rappresentato con la tonalità più scura di blu). I valori delle altre annualità sono così stati calcolati come differenza rispetto a quest’ultimo. Si è quindi scelto di rappresentare in blu gli anni con una temperatura superiore al massimo di un grado centigrado rispetto a quello più freddo. In rosso, invece, sono indicati gli anni in cui la differenza di temperatura rispetto all’anno più freddo ha superato il grado. Più il rosso diventa intenso, più l’aumento è significativo.

 

Il record, in questo senso, spetta a Treviso, dove nel 2014 si è registrata una temperatura media annua di 13,52 gradi, un valore superiore di 3,86 gradi al punto più basso della serie storica, ovvero i 9,66 registrati nel 1940. Da segnalare che la città veneta presenta i tre valori più elevati di differenza rispetto all’anno più freddo, che sono stati registrati, oltre che nel 2014, nel 2018 e nel 2015.

 

Treviso diventa emblematica delle modalità con le quali il cambiamento climatico stia interessando il nostro Paese. Gli effetti, come è ovvio, si stanno vedendo negli ultimi anni. E questi effetti riguardano un aumento delle temperature medie annue che sta incidendo soprattutto nelle regioni del Nord. Beninteso, ad osservare il quadro si notano delle oscillazioni, con periodi più freddi (o forse sarebbe più opportuno dire meno caldi) all’inizio del Novecento, durante la seconda Guerra Mondiale, tra gli anni Sessanta e Settanta. Ma gli aumenti più significativi delle temperature medie annue si concentrano negli ultimi anni.

 

Non è infatti un caso che il 2018 sia stato l’anno più caldo di sempre in 24 delle 55 città italiane prese in considerazione e sia stato il secondo più caldo in altre 28. Il tutto in attesa di conoscere i dati relativi al 2019.