Prendiamo in esame i voli di Stato dei leader mondiali. Come sappiamo leggendo questo post gli aerei sono il mezzo di trasporto più inquinante. Volare produce 285 grammi di CO2 per ogni passeggero (una media di 88 persone a volo) per ogni chilometro percorso. Un’auto ne produce 42 per passeggero per chilometro. Circa 8 tonnellate su 10 di questa CO2 emessa riguarda tratte lunghe, oltre i 1500 km. Il premier che nel 2018 si è mosso di più, nel senso che ha fatto più viaggi in aereo è il primo ministro giapponese Shinzo Abe che ha “prodotto” la maggior parte delle emissioni di CO². Ha prodotto oltre 14.000 tonnellate di CO². Subito dopo c’è in classifica il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (11.000 tonnellate), quello che Greta Thunberg ieri ha guardato malissimo all’Onu. E seguire il presidente sudcoreano Moon Jae-in (11.000 tonnellate).
I dati li ha raccolti l’agenzia di viaggi online FromAtoB e li ha rappresentati il portale web tedesco Statista. I dieci leader mondiali che producono la maggior parte di CO² sono elencati nella tabella. Dei 15 leader mondiali per i quali erano disponibili dati, i primi ministri spagnoli (Mariano Rajoy fino a giugno e Pedro Sánchez da giugno in poi) hanno avuto il miglior track record con 985 tonnellate di CO² emesse. I leader spagnoli hanno comunque gestito le emissioni di carbonio più basse, nonostante viaggiassero più di Trump (130.000 km) e Moon (164.000 km). Il governo spagnolo utilizza principalmente il modello di aereo Falcon 900, che è molto più piccolo degli aerei Boeing e Airbus utilizzati da altri paesi, che sono le dimensioni degli aerei di linea commerciali. Theresa May, Mark Rutte (Paesi Bassi) e Michel Temer (che era il presidente del Brasile nel 2018) hanno usato tutti aerei più piccoli e si sono trovati in fondo alla classifica .
Qui sotto invece ci occupiamo di Europa. I dati arrivano da Eurostat e confermano lo sforzo europeo nella riduzione delle emissioni inquinanti responsabili del riscaldamento globale. Rispetto al 2017, lo scorso anno ha visto una contrazione del 2,5% della CO2 emessa in atmosfera. Uno sforzo che ha coinvolto anche l’Italia, che ha tagliato del 3,5% le proprie emissioni inquinanti.
Come si può vedere nella prima parte del grafico, non in tutti i Paesi si è vista una contrazione delle emissioni inquinanti. Il record spetta al Portogallo, che è riuscito a tagliarle del 9%. Seguono la Bulgaria (-8,1%) e l’Irlanda (-6,8%). Al lato opposto c’è la Lettonia, dove invece la quantità di CO2 finita in atmosfera è cresciuta dell’8,5%. Discorso analogo per Malta, dove l’aumento è stato del 6,7%, o in Estonia, dove sono cresciute del 4,5%. Anche in questo caso non ditelo a Greta Thunberg.