Nel 2018 le autorità italiane hanno sequestrato in tutto poco più di 123 tonnellate di sostanze stupefacenti, equivalente a circa un quarto del carico di un Boeing 747. O, curiosamente, al 70% della massa di una balena azzurra e circa quanto un grosso dinosauro.
Gli ultimi numeri arrivano dalla relazione annuale della polizia di Stato, che raccoglie statistiche sull’attività di contrasto delle forze dell’ordine al traffico di droga. L’ampissima parte di quanto sequestrato, racconta il documento, riguarda derivati della cannabis come hashish e marijuana, mentre la sostanza subito a seguire per quantità (ma a larga distanza) è stata la cocaina – di cui le autorità hanno sequestrato 3,6 tonnellate. Tutte le altre risultano per valori assai inferiori.
La rilevanza dei derivati della cannabis non è il caso di un singolo anno ma si presenta da diverso tempo perché, in effetti, si tratta del tipo di sostanza consumata più di frequente dagli italiani. Per esempio, secondo quanto stimato da un’agenzia europea che si occupa del tema, nell’ultimo anno circa il 20% delle persone fra 15 e 34 anni ne ha fatto uso.
A variare da un anno all’altro è soprattutto il tipo specifico di derivato oggetto di sequestro da parte delle autorità: nel 2018 si è trattato soprattutto di hashish, mentre nell’anno precedente era stata ben maggiore la quantità di marijuana.
Guardando alle tendenze complessive dell’ultimo decennio, quanto a persone segnalate alle autorità e sostanze sequestrate troviamo in linea di massima due grandi direzioni. Dal 2010 al 2014 troviamo intanto sempre meno individui segnalati all’autorità giudiziaria, diminuiti gradualmente da 40 a 30mila circa. Al contempo cresce moltissimo la quantità di droga intercettata, passando da circa 30 tonnellate a oltre 150.
Da allora a oggi le autorità non sono più arrivate a un picco simile, ma i valori dei sequestri sono rimasti ben più alti rispetto all’inizio degli anni 2010. Dal 2015 poi aumenta anche il numero di persone segnalate, tornate a superare le 35mila nel 2018 – per la prima volta da diverso tempo.
Il rapporto fornisce anche la quantità totale di operazioni anti-droga effettuate nelle diverse regioni, ma per farci un’idea accurata non ha molto senso dare lo stesso peso ai 10 milioni di abitanti della Lombardia e ai 125mila della Valle d’Aosta. Un minor numero di operazioni ha, naturalmente, un effetto maggiore nelle regioni più piccole, e così per capire dov’è stata maggiore la loro densità è meglio rapportarle al numero di persone che in quelle aree vivono.
Tutto considerato, allora, le regioni con il maggior numero di operazioni anti-droga sono state Liguria e Lazio sia nel 2018 (ultimo anno per cui esistono dati) che nel 2017. Singoli interventi possono avere conseguenze importanti nei territori meno abitanti, tanto che per esempio le 46 operazioni effettuate appunto in Valle d’Aosta l’hanno resa la terza regione in questa classifica nel 2017, per poi tornare più al centro del gruppo l’anno seguente.
La prevalenza delle regioni piccole, forse per questo più facilmente controllabili, emerge poi anche con il Molise in entrambi i periodi considerati.
Un maggior numero di operazioni non significa però necessariamente più sequestri. Si tratta di dinamiche spesso indipendenti fra loro, tanto che calcolando la quantità di sostanze sequestrate (sempre in rapporto alla popolazione regionale) le aree in testa includono in particolare la Puglia.
Il sequestro di grandi quantità di stupefacenti in Molise nel 2017 – oltre 3 tonnellate in tutto – ha, ancora una volta, spostato parecchio in alto i valori per questo territorio. Nel 2018 però i numeri si sono praticamente azzerati.