Il rapporto “La povertà nella Diocesi ambrosiana” dell’Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse della Caritas racconta i tratti della Lombardia che non ce la fa ad arrivare a fine mese, e no: non si tratta prevalentemente di uomini, immigrati irregolari, persone sole, senza titolo di studio e anziane. Si tratta, al contrario, prevalentemente di donne, di giovani e di persone regolarmente residenti in Italia.
Nel 2018 solo la Caritas ha incontrato 13.195 persone di cui 9921 nei Cda (Centri d’ascolto), 1881 al SAI (Servizio di Accoglienza Immigrati), 751 al SAM (Servizio Accoglienza Milanese) e 642 al SILOE (Servizio di Integrazione Lavorative ed Economica).
Nel 40% dei casi si tratta di persone con cittadinanza italiana, e nel corso degli anni si è registrato un aumento proprio della presenza dei nostri connazionali. Solo il 5% di chi è stato raggiunto dalla Caritas Ambrosiana nel 2018 è extracomunitario irregolare; il resto degli stranieri è regolarmente residente in Italia.
Le donne che hanno chiesto aiuto sono il 56,2% del totale. La componente femminile prevale in tutte le zone, ad eccezione di Milano e Lecco, dove sono la metà della popolazione incontrata.
Non si tratta solo di persone sole. La metà di chi ha chiesto aiuto non ha un legame stabile, mentre un 42% è coniugato/a e il 6% convivente. Inoltre, non è nemmeno vero che l’unico problema è la disoccupazione: solo nel 60,8% dei casi si tratta di disoccupati. Il 10% è occupato part time, il 7% di chi ha chiesto aiuto è casalinga (attenzione: non “disoccupata”), il 3,7% è un lavoratore irregolare, il 3,5% un pensionato. La condizione più frequente è tuttavia comunque quella dei disoccupati da più di 1 anno; tra gli immigrati il dato è del 29,4%, tra gli italiani del 43,4%.
La metà esatta del campione di persone aiutate ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, mentre gli over 65 sono la fascia meno presente. C’è tuttavia un gap di genere: le donne che si rivolgono alla Caritas ambrosiana sono più giovani rispetto agli uomini. Prevalgono le 35-44enni (una su quattro), seguite dalle 25-34enni (il 23,6%) e dalle 45-54enni (il 22,6%). Fra gli uomini, invece, prevalgono i 45- 54enni (il 26,3% del campione), seguiti dai 35-44enni (il 25,1%). Eppure, le donne hanno un titolo di studio superiore, in media. Nel complesso il 40% delle persone aiutate ha un titolo di studio superiore alla licenza media, e in particolare lo possiede il 47% delle donne. Una di queste donne ogni quattro è infatti diplomata, mentre fra gli uomini la proporzione è 1 a 5. Solo il 4% di chi si è rivolto alla Caritas ambrosiana nel 2018 ha unicamente la licenza elementare.
I problemi? La metà degli intervistati – come è intuibile – chiede aiuto per trovare un lavoro o per ricevere un supporto economico, ma ben il 16% ha problemi abitativi, il 12% problemi legati allo status di immigrato, il 7,6% in famiglia, il 5,5% ha problemi di salute e il 4% vive per strada. Tra le donne incidono di più le richieste di lavoro (36% contro il 22,8% tra gli uomini) e di beni materiali e servizi (39,4% contro il 36,8%). “Due le possibili spiegazioni di questo fenomeno – scrivono gli autori del rapporto – da un lato, le donne spesso trovano occupazione come badanti presso abitazioni di privati, che offrono loro anche una sistemazione per dormire, risolvendo in questo modo i problemi lavorativi e abitativi; dall’altro, la presenza all’interno del nostro campione di persone senza dimora, più frequentemente di sesso maschile, che vivono in condizioni abitative molto precarie”.
In particolare i due dati abitativi sono importantissimi, dal momento che non c’è un dato solido e aggiornato nazionale sul numero di persone che in Italia non ha una casa, nemmeno fra i cittadini italiani. Gli ultimi dati Istat riguardano il 2014, ma rappresentano comunque una stima.
La maggior parte delle persone che si rivolgono a questi servizi, 1 su 3, chiede, banalmente, da mangiare per sé e eventualmente per la propria famiglia; il 23% chiede di essere ascoltato, il 22% un lavoro, il 10% del vestiario, il 2,5% delle medicine. Tra le donne incidono di più le richieste di lavoro (36% contro il 22,8% tra gli uomini) e di beni materiali e servizi (39,4% contro il 36,8%. Tra gli uomini incidono di più le richieste di sostegno personale (31% contro il 28,5%), abitazione (13,7% contro 2,7%), sussidi economici (20% contro il 16,5%).