La Commissione europea ha appena aggiornato al 2019 il suo Regional Competitiveness Index. Si tratta di un indicatore che misura, appunto, la competitività dei territori. Per calcolarlo vengono utilizzati oltre 70 elementi che misurano la capacità delle singole regioni di garantire un ambiente attrattivo e sostenibile per le aziende e per le persone che in questi stessi territori vivono e lavorano.
La mappa rappresenta l’indice 2019 come differenza rispetto alla media europea di 60,3 (l’indice va da un minimo di zero ad un massimo di 100). Come si può vedere, le zone meno competitive del continente si concentrano nell’ex blocco sovietico e nei Paesi dell’area mediterranea. Un elemento però spicca, legato al fatto che in generale le capitali sono più competitive del resto della nazione.
Vale in Svezia, dove Stoccolma raggiunge un valore di 100, il più alto a livello continentale. Ma anche a Londra dove si arriva a 99,07 e a Parigi dove si attesta a 91,1. Anche in realtà sotto la media europea, come il Portogallo o la Polonia, la capitale è in controtendenza: l’area metropolitana di Lisbona ottiene 63,1, Varsavia 68,3. In Romania, dove ci sono regioni come il Sud-Est che si fermano a poco più di 5, la capitale Bucarest arriva a 55,9, appena cinque punti sotto la media europea.
Per come è suddiviso il territorio italiano, non ci sono dati rispetto a Roma. In generale, tutto il Paese presenta un indice di competitività inferiore alla media europea, con forti differenze tra Nord e Sud. La Lombardia, ad esempio, è appena tre punti sotto la media continentale, mentre la Calabria ne deve recuperare quasi 42.