I lavoratori cosiddetti “parasubordinati” e i liberi professionisti, specie se giovani, specie se donne, guadagnano troppo poco. Il trend che emerge è netto, sia osservando le statistiche della gestione separata INPS che quelle del rapporto annuale di AdEPP, l’Associazione degli Enti Previdenziali Privati, che comprende anche la sezione dedicata ai liberi professionisti. Mediamente nel 2017 i collaboratori hanno dichiarato alla Gestione Separata di INPS 23.092 euro annui, i professionisti 16.400 euro (ma ricordiamo che la maggior parte dei professionisti dichiarano il fatturato ad AdEPP). I professionisti con cassa invece hanno dichiarano nel 2017 34.021 euro. Si tratta comunque di medie che dicono poco: la situazione è polarizzata, sia per età, che per genere, che per professione specifica, che per numero di committenti che per area geografica.
Pur nell’ambito di una grande variabilità, si possono identificare alcune evidenze: gli uomini hanno un reddito medio molto superiore a quello delle donne, sia fra i professionisti senza cassa che fra quelli con cassa. Dai dati INPS emerge che il reddito medio degli uomini è quasi il doppio di quello delle donne, mentre le libere professioniste iscritte a una delle casse private AdEPP (quindi iscritte a un ordine professionale) guadagnano il 38% in meno dei loro colleghi uomini.
I lavoratori parasubordinati iscritti all’Inps nel 2017 sono 1,2 milioni, in lenta diminuzione dal 2014: 180 mila persone con meno di 30 anni, 868 mila dai 30 ai 59 anni e 218 mila con più di 60 anni. I liberi professionisti iscritti ad AdEPP sono invece 950 mila, su 1,4 milioni di iscritti all’associazione.
Chi sono questi collaboratori?
Inps suddivide i lavoratori parasubordinati in due tipologie: Professionisti, che esercitano per professione abituale, anche se in modo non esclusivo, un’attività di lavoro autonomo; e Collaboratori, se l’attività è di collaborazione coordinata e continuativa e comunque il versamento dei contributi è effettuato dal committente (persona fisica o soggetto giuridico), entro il mese successivo a quello di corresponsione del compenso. Dal momento che i Professionisti sono solitamente iscritti a un albo professionale (tranne i consulenti di marketing, i consulenti aziendali, gli igienisti dentale e qualche altra figura), e hanno forme obbligatorie di previdenza gestite dalle rispettive casse professionali (facenti capo appunto ad AdEPP), essi sono tenuti a versare contributi alla Gestione Separata solo per i redditi derivanti da attività professionali diverse da quelle inerenti la propria cassa.
Nel novero dei “collaboratori” troviamo di tutto: collaborazioni coordinate e continuative, con o senza progetto, amministratori, sindaci, revisori di società ed enti con o senza personalità giuridica, collaboratori di giornali non iscritti all’albo, dottorati di ricerca e venditori a domicilio. Un dato però accomuna professioni tanto diverse: il divario di salario in base al genere.
Quanto guadagnano?
Si diceva 23 mila euro annui i collaboratori, 16 mila i professionisti INPS e i 34 mila quelli con albo. Ma la differenze all’interno di questi gruppi sono notevoli, in particolare per i professionisti con cassa. Dai dati INPS risulta che la metà dei collaboratori (il 47,9%) risulta essere esclusivo e mono-committente, con un reddito medio annuo inferiore a 20.000 euro. Più committenti hai più guadagni: chi ha due committenti dichiara in media oltre 35 mila euro annui, chi ne ha tre o più, 52 mila euro, anche se numericamente questi ultimi sono pochissimi. Un collaboratore di giornali e riviste non iscritto all’albo (835 persone in totale) guadagna 12.119 euro l’anno: 13.660 euro gli uomini e 9.898 le donne. Gli assegnisti di ricerca 13,196 euro (13.558 euro i maschi e 12.849 euro le femmine). I “collaboratori a progetto” 9,752 euro annui, ma le ragazze esattamente la metà dei ragazzi: 6.770 euro contro 13.350. I vaghissimi “collaboratori occasionali” e gli “autonomi occasionali” nel complesso guadagnano ognuno sugli 8 mila euro annui, ma le donne 4.500 euro. Le collaborazioni post Jobs Act (che riguardano 98 mila persone!) hanno prodotto guadagni medi di 10 mila euro per gli uomini e di 5 mila per le donne.
I dati AdEPP mostrano che il reddito nominale dei liberi professionisti è sceso negli ultimi 13 anni del 2,3% e il potere d’acquisto è calato del 19,3%. E i liberi professionisti “under 40” guadagnano un terzo dei loro colleghi over 50. Un professionista con albo under 30 dichara 13.368 euro annui, chi ha fra i 30 e i 40 anni 22.460 euro (17.990 le donne).