Lo diciamo subito, a scanso di equivoci: non abbiamo trovato alcuna valida correlazione, relativamente alla dimensione territoriale, né con il numero di incidenti stradali, né con le infrazioni commesse, né tantomeno con il traffico. Nulla. Gli anziani che guidano automobili sembrano essere vittime di un ingiusto pregiudizio.
Il cappello, innanzitutto. Nell’immaginario di ogni automobilista giovane (o sedicente tale), l’anziano al volante è quello con il cappello, che guida a velocità bassissime, creando lunghissime code ed essendo un pericolo per sé e, sopratutto, per gli altri. Come abbiamo detto, i numeri disponibili che abbiamo elaborato non confermano nessuna di queste ipotesi.
Tuttavia il pregiudizio rimane. E per capire dove questo potrebbe essere più sentito abbiamo scandagliato l’intero dataset del Ministero dei Trasporti, quasi quaranta milioni di righe, in cui è registrata ogni persona abilitata alla guida di un veicolo in Italia. Ovviamente in forma anonima, ma con abbastanza informazioni per fare molte elaborazioni statistiche significative.
La prima analisi che presentiamo è appunto quella sulla popolazione meno giovane alla guida. Considerando gli over 75 al momento della compilazione del database abbiamo rapportato il loro numero con quello del totale dei patentati per provincia per rispondere quindi alla domanda che in forma scherzosa suona come “dove ho più possibilità di incontrare l’anziano con il cappello?” mentre con un taglio serio più socio-demografico sarebbe “dove la popolazione in terza età è più autonoma e possiede quel grande strumento di libertà che è la patente di guida?”. Tuttavia il modo di porre la questione non cambia il dato finale.
Ebbene, dalle molte centinaia di megabyte del Ministero emerge che l’umarell bolognese (l’anziano, nel dialetto locale) è ancora quello più attivo. Guidando una vettura in quella provincia vi imbattereste in circa una persona di oltre 75 anni ogni venti automobilisti, in media. E’ superfluo segnalare che i dati non dicono anche quanto l’auto viene guidata da ciascun patentato, e che quindi l’affermazione è corretta solo se ipotizziamo, come abbiamo appena fatto, che il numero di chilometri percorsi siano distribuiti in modo uniforme tra le varie classi di età.
Al secondo posto della graduatoria provinciale si piazza Firenze e al terzo posto Ravenna. Al sud invece le percentuali crollano, fino a raggiungere il minimo ad Enna, dove vivono solo 856 patentati ultra settantacinquenni su oltre 100mila complessivi.
Pertanto, quando trovate un anziano con il cappello che guida un’auto, non lasciatevi abbandonare al preconcetto che lo vuole identificato come pericoloso. Pensate solo ad arrivare anche voi, come loro, a condurre ancora una vettura a quell’età. Perché il numero totale della popolazione italiana over 75 è il 10% del totale, mentre l’analoga proporzione tra i patentati si ferma al 2,4%. Solo uno su quattro ce la fa. E voi guiderete ancora a quell’eta?