Negli ultimi vent’anni anche l’editoria italiana è cambiata: sono aumentati i titoli pubblicati ma si è ridotta e la tiratura complessiva. Inoltre, sebbene il nostro paese veda da sempre un pullulare di piccoli editori, sono i Big a crescere maggiormente: 5 titoli su 6 sono pubblicati dai grandi editori, con una forte concentrazione della produzione al Nord. La buona notizia è che il numero di libri pubblicato in Italia cresce: con 75.758 titoli pubblicati, il 2018 ha visto un aumento della produzione dell’1,1% in totale; 1,2% per i grandi; +1,7% per i medi, anche se i piccoli editori hanno registrato un calo del 3,3%.
Ad andare alla grande sono in particolare l’editoria scolastica e quella per ragazzi. Le opere scolastiche sfiorano infatti il 13% del totale dei titoli e i libri per ragazzi il 9%. Si osserva un aumento della produzione scolastica sia in termini di titoli (+2,8%) che di copie stampate (+11,8%).
Nel complesso sono 1.564 gli editori attivi censiti nel 2018, ma la metà esatta (il 51,1%) ha pubblicato un numero massimo di 10 titoli all’anno, classificandosi come “piccoli editori”, il 33,8% fra le 11 e le 50 opere (si parla in questo caso di “medi editori”), mentre soltanto il 15,2% ha pubblicato più di 50 opere annue. Questi grandi editori coprono quasi l’80% della produzione in termini di titoli e il 90% della tiratura.
Non c’è partita. Se i piccoli editori pubblicano in media quattro titoli all’anno, stampando ciascuno poco più di 5.500 copie, le grandi case editrici producono mediamente 254 opere librarie per una tiratura di oltre 600 mila copie. Per quanto riguarda invece i “medi editori”: il rapporto con un grande editore è pari rispettivamente a cinque a uno in termini di titoli e dodici a uno per la tiratura, a favore dei Big del libro.
Il mercato punta sempre più sulla novità, cioè sulle prime edizioni, che rappresentano il 61,7% delle nuove edizioni, e molto meno sulla longevità dei prodotti pubblicati. Le ristampe sono il 32,7% del totale dei libri prodotti nel 2018 e le edizioni successive meno del 6%. In altre parole, meglio tenersi stretti i libri che acquistiamo, che non si sa mai che non riusciamo più a trovarli in futuro.
Si stampano però sempre meno copie, riducendo in questo modo leggermente l’invenduto. Certo, il problema rimane sostanziale, specie per le piccole realtà editoriali. Nel 2018 si è stampato il 2,9% in meno di copie rispetto al 2017, ma sono questi ultimi ad aver ridotto drasticamente la tiratura: si registra un calo del 6,9% per i medi editori e addirittura del 17,4 fra i piccoli editori. Eppure, nonostante questo un operatore del settore su cinque (il 21,9%) dichiara giacenza e reso per oltre la metà dei titoli pubblicati (quasi un terzo dei libri stampati dai piccoli editori (il 27%), il 18,4% delle copie stampate dai medi editori e il 12,2% delle opere dei grandi produttori.
Oltre il 50,0% degli editori attivi ha sede nel Nord del Paese (31,4% nel Nord-ovest e 20,8% nel Nord- est), il 29,8% al Centro e il 18% nel Mezzogiorno (12,9% al Sud e 5,1% nelle Isole). In Lombardia e nel Lazio opera il maggior numero di editori attivi (20,3% e 17,3%): due regioni che insieme ospitano il 48,1 dei grandi operatori, il 38,6% dei medi e un terzo dei piccoli. In particolare, a Milano e Roma si concentra circa un quarto degli editori attivi e il 39,7% dei grandi marchi.
Accade dunque che i piccoli editori, per sopravvivere, si “superspecializzino” per citare Istat: lo fa più della metà di loro nel 2018. Il 66,8% degli editori specializzati è appunto composto da piccoli editori (il 53,3% ha una produzione tendenzialmente monotematica), mentre solo il 10,7% da grandi editori. E soprattutto, è evidente che i piccoli finiscano per aumentare maggiormente i prezzi dei libri: in questo gruppo in un anno si è registrato un aumento del prezzo del libro di 2,04 euro (per un prezzo medio di 24,08 euro nel 2018), mentre le grandi case editrici hanno potuto contenere l’aumento del prezzo: appena 26 centesimi di euro, per un prezzo medio di 19,49 euro a libro.
Dove puntare per incrementare le vendite? Stando al sondaggio, sulle librerie indipendenti, prima di tutto, oltre agli store online e ai canali di distribuzione. Il campione di rispondenti è composto da 1860 editori (circa il 90% del totale).