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Sanremo non si tocca: viva la tradizione, la famiglia e la musica pop. L’indagine di Csa Research

Nell’infografica sopra potete interrogare l’indagine di Csa Research. Si può cliccare sulla fascia d’età o navigare le domande della ricerca. CSA è un’azienda del Gruppo Intersistemi specializzata nell’offerta di prodotti e servizi integrati nell’ambito delle ricerche di mercato e sondaggi d’opinione.

Inutile girarci intorno, Sanremo non è giovanile, non è mai stato giovanilista ma non per questo è per veccchi. Stando alle risposte del panel intervistato nell’indagine “Italiani in musica: rapporto degli italiani con la musica dalla A alla S (di Sanremo)”, realizzata da Csa Research per conto del Sole 24 Ore, Sanremo, l’evento nazional-popolare per antonomasia, va tutto sommato bene così. Solo poco più del 10% di chi ha visto il Festival negli ultimi 5 anni vorrebbe che la kermesse avesse un format diverso dall’attuale. Alla maggiore parte del campione va quindi bene per esempio l’accoppiata presentatore-vallette (#unpassoindietro). Il miscuglio vecchie glorie e trapper, il clima da sagra paesana che costringe insieme sul divano nonni e nipoti. Tutti davanti allo schermo aspettando la gaffe, la nota stonata, il cantante che sa cantare bene come una volta e quello che finalmente dice una parolaccia.

Sanremo è Sanremo per un italiano su due. Non a caso, per il 77% di coloro che lo seguono, il Festival di Sanremo è un evento televisivo da vedere comodamente a casa, circondati dai familiari più stretti o, talvolta, dagli amici. Una scelta chiara e trasversale, che prescinde dal genere o dall’età dell’intervistato. Complessivamente il giudizio espresso da coloro che lo hanno seguito negli ultimi 5 anni è positivo, con valutazioni pari o superiori alla sufficienza in 7 casi su 10 (di «eccellenza» con voto 8-10 nel 29% dei casi). Nulla che non sapessima già, a conferma che Sanremo è qualche cosa di incomprensibile nel suo essere immutabile. Il 48% degli intervistati dichiara di aver visto almeno una edizione del Festival di Sanremo negli ultimi 5 anni (il 42% due o più) e il 6% è incuriosito dalla kermesse tanto da pensare di seguirla per la prima volta quest’anno. Tra chi non ha seguito e non seguirà il Festival (47% del campione) prevale l’idea che si tratti di un appuntamento televisivo con scarso appeal (troppo noioso, lungo, lento, con un format superato etc.) anche se non manca chi ne fa una questione di qualità dei cantanti / canzoni in gara o di economica (troppo costoso per le tasche degli italiani)

E poi c’è anche la musica…

La ricerca di Csa Research ha indagato anche il nostro rapporto con la musica. Poco meno di 9 italiani su 10 ascoltano la musica nel proprio tempo libero. Chi non lo fa (12% del campione) è per lo più per mancanza di tempo, disinteresse o scelta di dedicarsi ad altri hobby (lettura libri, Tv etc.) Tra i generi musicali relativamente meno seguiti segnaliamo il caso dell’hip hop/ rap / trap che a fronte di un dato medio del 9% di ascolto va fortissimo tra i giovani (31%, poco sopra il rock), così come la disco/techno (15% di preferenze vs. 7% in media). Tradotto, in termini di vendite va fortissimo sopratutto grazie ai giovani. Fatica invece a penetrare diciamo l’ostilità di chi è nato prima degli anni Ottanta. Non nel senso che la trap non possa piacere a un cinquantenne ma magari ha una educazione musicale diciamo diversa che non gli permette di apprezzare bene i vari Achille Lauro, Junior Cally ecc.

E poi c’è il il totofestival.  Quale dei 24 big in gara vincerà la manifestazione? Superscommesse ha comparato le quote proposte dai principali bookmaker per i possibili vincitori di quest’anno. I tre cantanti favoriti per la vittoria di Sanremo sono Anastasio, Alberto Urso e Achille Lauro. Il rapper vincitore di XFactor 2018 è il favorito numero uno, come testimoniato dalle quote che si trovano sul web: il suo successo è offerto su Bet365 a 3.75, a 4.50 da Sisal e Better mentre Bwin, lo offre a 6.00. Per il tenore siciliano, invece, vincitore della scorsa edizione di Amici di Maria De Filippi, la quota che lo favorisce è quella di Unibet a 5.00. Più alte su Sisal ed Eurobet, rispettivamente a 9.00 e 11.00.

E infine l’ascolto: YouTube è il re. Sempre secondo l’indagine Youtube è il canale streaming universalmente più diffuso per ascoltare la musica (1 intervistato su 2), anche se la frequenza di utilizzo varia sensibilmente in funzione dell’età (da 73% dei 18-24enni al 27% degli over-65). Segue Spotify (18% di utenti). Google play music, al terzo posto con l’8% di utenti, è migliore dal punto di vista delle potenzialità di crescita (l’11% degli intervistati dichiara di non usarlo ma di esserne in qualche modo incuriositi tanto da volerlo provare presto)