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Gli adolescenti detenuti all’interno del sistema giudiziario penale sono colpiti da complessi problemi di salute, comportamenti a rischio per la salute e alti tassi di morte prematura. La rivista medica The Lancet ha reso nota la prima sintesi mai condotta di tutti gli studi pubblicati a livello globale sulla salute degli adolescenti con meno di vent’anni detenuti tra il 1980 e il 2018. Un campione di studi molto eterogeneo, sia geograficamente che temporalmente, ma che sottolinea una tendenza importante: gli adolescenti detenuti sperimentano comunemente cattive condizioni di salute, sia fisica che mentale, non solo in detenzione, ma prima, nel corso della loro vita. Presentano tassi maggiori di trauma cranico infantile, di disturbo da sindrome feto-alcolica, difficoltà nello sviluppo del linguaggio, maggiori tassi di deficit dell’attenzione. Tutti aspetti che i sistemi sanitari sociali e scolastici possono intercettare.
Un risultato è che complessivamente, la prevalenza del comportamento suicidario è risultata marcatamente più alta tra gli adolescenti detenuti che tra gli adolescenti nella popolazione generale. Inoltre il rischio di suicidio in seguito al rilascio dalla detenzione è stimato da due a nove volte superiore a quello del loro coetanei corrispondenti all’età e al sesso.
Va sottolineato che la maggior parte degli studi esaminati riguardava paesi ad alto reddito, in particolare gli Stati Uniti.
La salute mentale
Quasi tutti i lavori rilevano livelli di salute mentale peggiore fra i giovani detenuti. Una revisione americana ha riferito che il 66,8% dei maschi e l’81% delle femmine adolescenti soddisfacevano i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale, come depressione, disturbi comportamentali e abuso di sostanze. La prevalenza di qualsiasi disturbo d’ansia negli adolescenti detenuti variava dal 3 al 4% al 31,5% per i maschi e dal 20,9% al 59% nelle femmine. La prevalenza di disturbo post traumatico da stress variava dallo 0% al 53% per i maschi e dal 13% al 65,1% per le femmine.
Disabilità nello sviluppo neurologico e traumi cerebrali
58 pubblicazioni, fra cui 45 riferite a paesi ad alto reddito sottolineano che la prevalenza di varie disabilità dello sviluppo neurologico tra gli adolescenti detenuti è superiore a quella tra i loro coetanei non detenuti. Le percentuali di difficoltà di apprendimento riportate tra gli adolescenti detenuti variavano infatti dal 10% al 32%. Diverse evidenze suggeriscono inoltre che la maggior parte degli adolescenti detenuti ha avuto qualche forma di difficoltà con il linguaggio che ha influenzato significativamente il loro funzionamento quotidiano.
Anche esperienze di trauma cranico sono comuni tra gli adolescenti finiti in galera. Una recente revisione ha suggerito che il 32-50% degli adolescenti detenuti aveva avuto una lesione cerebrale traumatica che ha provocato perdita di coscienza durante l’infanzia, rispetto al 5-24% degli adolescenti nella popolazione generale.
Nota bene: si riporta il range di % perché non sarebbe corretto fare una media fra valori ottenuti da studi diversi, condotti su campioni diversi con metodi diversi.
Deficit di attenzione
I tassi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nella popolazione generale di bambini e adolescenti sono stimati rispettivamente tra il 3% e il 9%, con una prevalenza nei maschi di circa quattro volte superiore a quella tra le femmine. Fra i giovani e le giovani detenuti invece la prevalenza di ADHD balza a una media del 20,2% per i maschi al 26,7% per le femmine.
Un elemento importante è che molti adolescenti sottoutilizzano l’assistenza primaria e preventiva presente nella propria comunità già prima della detenzione. La prigione spesso diventa per questi ragazzi vulnerabili l’unica opportunità di accesso al servizio, sia come diagnosi, che come promozione della salute, educazione alla gestione delle malattie. Il problema è – appunto – che questi servizi non adempiono adeguatamente al loro compito. “Sono necessari urgenti sforzi mirati e basati sull’evidenza per affrontare i determinanti sanitari e sociali della detenzione degli adolescenti e fornire assistenza sanitaria tempestiva a questa popolazione altamente emarginata” concludono gli autori.