I casi di contagio da nuovo coronavirus sono 588, 17 i decessi, 45 i pazienti guariti dall’infezione o comunque dimessi. Sono i numeri della diffusione del virus Covid-19 in Italia aggiornati alle 18 del 27 febbraio e forniti dal ministero della Salute.
E fin qui nulla di nuovo: da giorni i giornali non fanno che aggiornare le proprie homepage con i numeri più aggiornati rispetto alla diffusione dell’epidemia (qui il riepilogo del Sole 24 ORE). I giornali, però. Sì, perché sui siti istituzionali era complesso trovare l’informazione che invece ogni cittadino italiano sta cercando in questi giorni: quanti sono i casi di contagio e dove si sono verificati.
Lo stesso ministero della Salute ha iniziato a fornire solo ieri, quindi a quattro giorni dallo scoppio dell’epidemia, questo tipo di informazioni su una pagina dedicata.
Ma anche in questo caso, lo ha fatto in un formato poco ‘numerico’. Sul sito si trova infatti un elenco, regione per regione, del numero di casi e della differenza rispetto alla precedente rilevazione. Ora, senza arrivare ai livelli della John Hopkins University, che sta monitorando la situazione nel mondo e pubblica i dataset liberamente scaricabili sulla piattaforma GitHub, una tabella, magari scaricabile, avrebbe reso il tutto molto più comprensibile. Magari con un dato fornito a livello provinciale e non solo regionale.
Certo, un’informazione fornita secondo queste modalità avrebbe semplificato le cose a chi, come Infodata, i dati li usa per costruire mappe e grafici. Ma certamente avrebbe consentito a tutti di farsi un’idea più precisa dell’andamento dell’epidemia. E magari un’informazione data in maniera chiara e puntuale da una fonte autorevole come il ministero della Salute avrebbe anche evitato il rincorrersi delle informazioni sui giornali e contribuito a ridurre il panico che sta attraversando il Paese in questi giorni. Probabilmente siamo ancora in tempo.